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La lavatrice

Regia di Ruggero Deodato vedi scheda film

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La recensione su La lavatrice

di mm40
2 stelle

Tre bellissime sorelle condividono un appartamento; una notte una di loro trova un cadavere nella lavatrice. L'ispettore incaricato delle indagini se la intende contemporaneamente con un paio delle sorelle (e varie altre fighe del film), ma nessuno si accorge del conflitto di interessi e della derivante incompatibilità. Viene fuori che il morto è un delinquente dedito a spaccio e prostituzione, e che forse non è neanche morto morto.

 

Essendo quel vecchio volpone di Ruggero Deodato il regista, si può intuire che La lavatrice (sottotitolo che banalizza ulteriormente la pellicola: Vortice mortale) viva innanzitutto di un'ironia sottotraccia, volontaria ma tenuta ben soffocata dalla marea di luoghi comuni e inverosimiglianze che scorrazzano liberamente nell'ora e mezza di durata del lavoro. Anche concedendo tale scusante - il divertissement di un 'addetto ai lavori' costretto a licenziare questo tipo di prodottini per campare - La lavatrice rimane però assolutamente godibile in tutta la sua più o meno voluta bruttezza. In una città popolata di fighe in autoreggenti che si smutandano prima ancora di salutarti, l'ispettore Alexander, dallo sguardo monolitico, non fa ostaggi e naturalmente quando scoppia un caso che coinvolge delle belle donne, lui se le è già passate tutte - anche se un richiamino data l'occasione lo fa volentieri; dentro a un a lavatrice c'è un morto - nulla che gli impedisca di copulare pure lui a destra e a manca, quando è il suo momento, il cui cadavere è stato probabilmente sbranato in parte da un gatto domestico; infine il luogo deputato alle indagini dell'inespressivo Alexander, e qui c'è la bomba, la botta di originalità della sceneggiatura (Luigi Spagnol), è uno strip club dove le spogliarelliste fanno a botte fra di loro pur di concedere i loro pregevoli corpi all'uomo senza alcuna verve attoriale. Si potrebbe andare avanti a lungo, ma praticamente la trama è già stata svelata per intero; ci si limiti a constatare la mancanza di interpreti di buon impatto: Yorgo Voyagis è il più noto; al suo fianco ci sono Ilaria Borrelli, Katarzyna Figura, Claudia Pozzi (il dubbio sulla parentela con Moana è giustificato, ma parrebbe di no) e l'uomo-melanzana Philippe Caroit. Che comunque sul set dev'essersi divertito parecchio, a conti fatti. Scena memorabile: l'ispettore va al museo e va di petting spinto con una tizia (finta) cieca dopo averla denudata in mezzo alla sala gremita di visitatori che non ritengono necessario opporre obiezione alcuna a quanto sta accadendo accanto a loro. A tratti c'è del sublime. 2/10.

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