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Monuments Men

Regia di George Clooney vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Monuments Men

di Fanny Sally
5 stelle

Un George Clooney tuttofare eccede coi toni scanzonati nel raccontare una storia poco conosciuta ambientata durante il sanguinoso secondo conflitto mondiale.

Oltre all’abominevole distruzione di migliaia di vite umane la seconda guerra mondiale ha rappresentato un momento tragico anche per la sopravvivenza di monumenti e opere d’arte di tutta Europa. Tra bombardamenti a tappeto (condotti da entrambi gli schieramenti), isolamenti strategici di intere città e scontri a fuoco, i nazisti portarono avanti una meticolosa e inarrestabile caccia ai tesori artistici custoditi in chiese, castelli, musei, cui si aggiungeva la sottrazione di oggetti di valore appartenuti alle famiglie ebraiche perseguitate e deportate nei campi di morte.

 

Dopo che anche le forze americane avevano contribuito con i loro indiscriminati attacchi aerei alla devastazione di molti siti di valore culturale, il presidente Usa Franklin Delano Roosevelt accolse allora l’appello di alcuni professori e studiosi di storia dell’arte approvando la formazione di una task force che partisse alla volta del Vecchio Continente col fine di tentare di salvare il patrimonio artistico depredato dai tedeschi. A capo del piccolo plotone, composto da attempati professori privi di esperienza militare, il carismatico e risoluto Frank Strokes.

 

Clooney dirige, scrive, produce e interpreta una pellicola liberamente ispirata ad una storia vera che, pur partendo da un soggetto sicuramente interessante e poco noto, non c’entra l’obiettivo di trasmettere empatia per questi uomini che sacrificarono le loro vite in nome della difesa della bellezza e della cultura, intesa come bene comune da trasmettere alle nuove generazioni.

 

Il film infatti pecca di eccessiva leggerezza e autocelebrazione a causa di una sceneggiatura che mescola maldestramente commedia, dramma, azione, senza risultare convincente in nessuno dei tre generi: troppo piatti i personaggi malgrado gli ottimi attori coinvolti (Damon, Goodman, Murray, Blanchett, Dujardin), poco fluida la narrazione che procede a blocchi ed episodi quasi sconnessi.

Quello che infastidisce è soprattutto il tono da farsa unito ad un neanche troppo velato patriottismo americano (abbastanza fuori luogo, considerando quanti danni procurarono gli stessi soldati americani in Europa e non solo con le loro armi …).

 

Più che una denuncia degli orrori della guerra e un omaggio al coraggio di questi civili rimasti anonimi, ne esce fuori una pagliacciata che a tratti vuole prendersi sul serio, sminuendo eccessivamente il lato drammatico. Il conflitto bellico infatti è posto in secondo piano, perfino gli sfondi con le macerie sanno di ricostruito, e così le opere d’arte inseguite dagli “eroi” non vengono mai pienamente valorizzate, spiegando la ragione della loro importanza.

 

Deludente.

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