Regia di George Clooney vedi scheda film
Questo film nasce dall’intento di portare a conoscenza di un vasto pubblico ciò che due scrittori, Robert Edsel e Brett Witter, raccontano, circa l’impresa semi-sconosciuta, conclusa positivamente da Frank Stokes, storico dell’arte americano, durante la seconda guerra mondiale.
Stokes nel film si chiama George Stout (George Clooney); egli aveva ottenuto dal presidente Roosevelt l’autorizzazione a mettere insieme una piccola squadra di studiosi ed esperti – a vario titolo – in storia dell’arte, da spedire in Europa, come militari alle sue dipendenze, col compito di evitare ulteriori e dannosissime dispersioni del patrimonio artistico del continente, già gravemente danneggiato dai dissennati bombardamenti, in cui l’uso indiscriminato e congiunto dell’artiglieria pesante e dell’aviazione era stata voluta dai generali americani per assicurarsi posizioni strategiche importanti senza sacrificare i soldati.
Gli uomini di Stout avrebbero dovuto impedire che le opere d’arte, trafugate dai nazisti dai più prestigiosi musei di Francia e Paesi Bassi, nonché dalle collezioni private delle case ebraiche, rimanessero occultate nei rifugi segreti predisposti in vista della loro definitiva sistemazione a Linz, città natale del Führer, dove avrebbe dovuto sorgere una speciale enorme galleria - degna della sua megalomania -per ospitarle.
Questo è la parte del film più interessante e utile: fa conoscere un aspetto non secondario della guerra nazista sia per l’enorme numero e per la qualità delle opere razziate e impone a tutti noi, anche oggi, di riflettere sulla spesa necessaria per la tutela e la conservazione delle opere d’arte, indispensabili affinché i giovani possano acquisire la conoscenza della loro storia e delle loro radici culturali, ciò che significa, naturalmente, anche affermare che la sopravvivenza delle cose del passato non può che essere affidata alle strutture pubbliche, nonostante i costi.
Con un cast stellare, che va dallo stesso George Clooney, a Matt Damon, a Bill Murray, a John Goodman, a Jean Dujardin, a Cate Blanchett, il regista ci offre un lavoro che non manca di una qualche tensione narrativa, ma che non rinuncia purtroppo all’esaltazione ottimistica delle eroiche imprese dei soldati americani in Europa (benemeriti, per carità!), che mi ha lasciato la sgradevole impressione di un “arrivano i nostri”, sulle note di una trionfale marcia militare, che, probabilmente, George Clooney poteva davvero evitare!
Si può vedere in streaming.
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