Regia di Aharon Keshales, Navot Papushado vedi scheda film
TFF 2013 - AFTER HOURS
Quando non si hanno ben chiare le direzioni da prendere, le scelte da far prevalere la tattica di continuare con una commistione di generi che spazi dall'horror al noir a tinte forti, dalla commedia nera al comico demenziale, rischia seriamente di arrecare danno alla coerenza di una storia di cronaca nera dai grandi e troppi eccessi, risultando impensabile ricucire le ampie falle di coerenza che affliggono il tessuto narrativo della vicenda. Un assassino pedofilo in libertà: una giovane vittima trovata orrendamente straziata e decapitata; un detective irruento che picchia selvaggiamente un professore di religione, da tempo sospettato di violenze ai danni di minori, ma scagionato da una precedente accusa per un tecnicismo legale che lo aiuta a tenerlo in libertà; il desiderio di vendetta privata che matura implacabile nel padre della vittima. La tortura come mezzo di confessione che distorce ed allontana dalla scoperta della verità. Tanta carne al fuoco sprecata da una mancata scelta del registro da conferire al film: che gioca a fare l'ironico, il serio, il truculento alla Tarantino de Le iene, ma annega e soccombe di fronte ad una mancata presa di posizione che viri il vascello in una unica direzione. A peggiorare la situazione un cast di attori che, seppur comprendendo la star israeliana Lior Ashkenazi de "Il matrimonio tardivo", non riesce ad allontanarsi da una resa mediocre ed approssimativa, pregiudicata altresi' da ua inverosimiglianza anagrafica sconcertante (il padre della vittima dovrebbe avere 45 ann,i ma ne dimostra quasi 70, e per giunta ha un padre che sembra un coetaneo). Un horror/thriller israeliano bislacco e scialbo che lascia sconcertati e fortemente delusi.
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