Regia di Alberto Sironi vedi scheda film
L'episodio nel suo complesso non è malaccio, ma evidenzia ancora una volta la negligenza con cui la serie è stata realizzata. Qui il pressapochismo è rivelato dalla partecipazione del caratterista Dario Veca, il quale era già presente in un vecchio episodio ("La gita a Tindari") nei panni di un altro personaggio. Vedere lo stesso attore che, all'interno della stessa serie, interpreta due personaggi differenti è semplicemente ridicolo. Se è vero, ad esempio, che pure nei vecchi telefilm di Maigret, accanto a Gino Cervi sfilavano attori (Tofano, Scandurra, Malfatti, Balbo, ecc.) che vestivano i panni di personaggi spesso diversi, è altrettanto vero che quell'originale televisivo aveva un'impostazione fortemente teatrale, ergo, in una dimensione in cui il realismo cinematografico era attenuato, l'idea di riutilizzare gli stessi interpreti per più personaggi era accettabile, anche perché diventava quasi una scelta stilistica, discutibile ma esplicita, dichiarata, fatta alla luce del sole. In "Il commissario Montalbano" invece, proposta televisiva dall'impostazione esclusivamente cinematografica, tale scelta è stata fatta, a mio avviso, con una modalità dissimulatrice: quella di chi sperava che nessuno se ne accorgesse; sintomo di una spiccata propensione al dilettantismo.
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