Regia di Howard Hawks vedi scheda film
Dopo aver visionato Susanna (1938) e Gli Uomini Preferiscono le Bionde (1953) , Hawks stava entrando velocemente nella categoria degli autori classici un tempo esaltati, ma in fondo sorpassato poiché i suoi film sono irrimediabilmente datati. Se Susanna è influente ancora oggi, ma scarsamente fruibile nella sua interezza e Gli Uomini Preferiscono le Bionde (1953) invece risulta solo un buon film e non si capiscono le 4 stelle del Mereghetti, fortunatamente il western Il Fiume Rosso viene in soccorso al regista, rimettendo in careggiata la sua fama ai miei occhi.
Il fiume rosso (1948): John Wayne, Montgomery Clift
Su questo film c'è poco da dire se non che è un film bellissimo, poiché non ha perso un briciolo della sua potenza contenutistico-visiva al giorno d'oggi. La pellicola mette su un bel rapporto di legame "virile" tra il giovane Garth (Montgomery Clift) e l'esperto quanto più adulto Dunson (John Wyane); il tutto condito da una notevole profondità psicologica che scandaglia il loro rapporto.
L'elemento senza dubbio più interessante è una forte critica del regista all'essenza del mito del vecchio west, cioè la possibilità da parte di tutti, al costo di un duro lavoro e di forti principi, di poter realizzare economicamente e socialmente la propria persona.
Il lungo viaggio che faranno i nostri protagonisti, insieme ad un manipolo di guardiani assoldati, per trasportare la mandria attraverso il deserto infernale per giorni e giorni in un lungo quanto pericoloso viaggio, non è solo esteriore, ma anche interiore. A differenza del reazionario Ford che inquadrava in campi lunghissimi i paesaggi sconfinati delle praterie americane, simboleggiando uno spazio aperto a tutti gli avventurieri, Hawks lo inquadra ponendo spesso innanzi alla mdp John Wyane di spalle; in questo modo il personaggio riempiendo l'infinito spazio con la sua figura, sembra voglia accaparrare un diritto di proprietà su tutto e su tutti. Il capitalismo accumulatorio assoggetta tutto l'infinito orizzonte, alla propria visione economica, distruggendo e sacrificando le relazioni umane (Duncan abbandona una ragazza che lo voleva bene ad inizio film).
Il fiume rosso (1948): Joanne Dru, Montgomery Clift
Il viaggio della mandria con gli uomini a seguito, capitanati da Dunson; si trasforma in un'inferno sfiancante e deleterio, tanto da rendere sempre più negativo e paranoico l'umore del protagonista. Dunson con la sua superbia e arroganza, vuole decidere su tutto e su tutti e per chi si oppone... un bel ripieno di piombo, una posizione orizzontale eterna e una preghiera del cazzo rivolta a Dio tanto per "apparire" un buon cristiano che rispetta i valori americani. Tutto questo porterà a far si che il rapporto tra Garth e Wyane, vada ad inclinarsi sempre più sino ad una guerra d'odio aperta. Peccato che il finale per come mostrato, cozzi totalmente con la logica tematica del film, finendo a tarallucci e vino, eliminando così ogni elemento di negatività per le azioni brutali commesse da Dunson in precedenza.
Comunque sia finale a parte, Il Fiume Rosso ancora oggi conserva intatta la sua carica cinematografica e per questo, merita di essere visto.
Il fiume rosso (1948): John Wayne, Montgomery Clift
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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