Regia di Howard Hawks vedi scheda film
Dopo aver visionato Susanna (1938) e Gli Uomini Preferiscono le Bionde (1953) , Hawks stava entrando velocemente nella categoria degli autori classici un tempo esaltati, ma in fondo sorpassato poiché i suoi film sono irrimediabilmente datati. Se Susanna è influente ancora oggi, ma scarsamente fruibile nella sua interezza e Gli Uomini Preferiscono le Bionde (1953) invece risulta solo un buon film e non si capiscono le 4 stelle del Mereghetti, fortunatamente il western Il Fiume Rosso viene in soccorso al regista, rimettendo in careggiata la sua fama ai miei occhi.
Su questo film c'è poco da dire se non che è un film bellissimo, poiché non ha perso un briciolo della sua potenza contenutistico-visiva al giorno d'oggi. La pellicola mette su un bel rapporto di legame "virile" tra il giovane Garth (Montgomery Clift) e l'esperto quanto più adulto Dunson (John Wyane); il tutto condito da una notevole profondità psicologica che scandaglia il loro rapporto.
L'elemento senza dubbio più interessante è una forte critica del regista all'essenza del mito del vecchio west, cioè la possibilità da parte di tutti, al costo di un duro lavoro e di forti principi, di poter realizzare economicamente e socialmente la propria persona.
Il lungo viaggio che faranno i nostri protagonisti, insieme ad un manipolo di guardiani assoldati, per trasportare la mandria attraverso il deserto infernale per giorni e giorni in un lungo quanto pericoloso viaggio, non è solo esteriore, ma anche interiore. A differenza del reazionario Ford che inquadrava in campi lunghissimi i paesaggi sconfinati delle praterie americane, simboleggiando uno spazio aperto a tutti gli avventurieri, Hawks lo inquadra ponendo spesso innanzi alla mdp John Wyane di spalle; in questo modo il personaggio riempiendo l'infinito spazio con la sua figura, sembra voglia accaparrare un diritto di proprietà su tutto e su tutti. Il capitalismo accumulatorio assoggetta tutto l'infinito orizzonte, alla propria visione economica, distruggendo e sacrificando le relazioni umane (Duncan abbandona una ragazza che lo voleva bene ad inizio film).
Il viaggio della mandria con gli uomini a seguito, capitanati da Dunson; si trasforma in un'inferno sfiancante e deleterio, tanto da rendere sempre più negativo e paranoico l'umore del protagonista. Dunson con la sua superbia e arroganza, vuole decidere su tutto e su tutti e per chi si oppone... un bel ripieno di piombo, una posizione orizzontale eterna e una preghiera del cazzo rivolta a Dio tanto per "apparire" un buon cristiano che rispetta i valori americani. Tutto questo porterà a far si che il rapporto tra Garth e Wyane, vada ad inclinarsi sempre più sino ad una guerra d'odio aperta. Peccato che il finale per come mostrato, cozzi totalmente con la logica tematica del film, finendo a tarallucci e vino, eliminando così ogni elemento di negatività per le azioni brutali commesse da Dunson in precedenza.
Comunque sia finale a parte, Il Fiume Rosso ancora oggi conserva intatta la sua carica cinematografica e per questo, merita di essere visto.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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