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The Passion of Martin

Regia di Alexander Payne vedi scheda film

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La recensione su The Passion of Martin

di mck
8 stelle

* * * ¾

 

Co-prodotto, montato ( picture/sound ), scritto e diretto da Alexander Payne.

Fotografia : Dave Rudd.

 

<<  Mediometraggi [ Romanzi ], in quest'epoca ! Passi ancora che se ne girino [ scrivano ]... ma che si vedano [ leggano ] !  >> (*)

 

( Parafrasando ) Ernesto Sábato - El Túnel - 1948

 

Il miglior film di Payne, a tutt'oggi, rimane senz'altro " About Schmidt ", anche se due fra le scene e le architetture del racconto più impressionanti e potenti vengono dopo - non arrivo certo a dire prese di forza da - "the Human Stain" ( Philip Roth - Robert Benton ) e "the Straight Story" ( David Lynch, 1999 ), ovvero la morte della moglie del protagonista, che capita come di solito accade piombando ed accade come sovente succede sbucando, ed il viaggio 'lento'. Nutro molte speranze per un altro viaggio, quel " Nebraska " che non può non far pensare immediatamente a Bruce Springsteen ( vista dal parabrezza col cofano coperto di neve, la strada lunga e dritta che s'insinua all'orizzonte tra cumulonembi, pallidi raggi di sole a filtrare tra il freddo pesto e sterminati campi di terra arata, gelida, e stoppie ), al paesaggio in cui vivono e si muovono anche solo di passaggio i protagonisti di " the Echo Maker " di Richard Powers.

 

 

     D :  Quindici [ 2006 ] anni dopo [ tra " SideWays ", 2004 ( e la produzione di " Savages " di Tamara Jenkins, 2007 ) e  " the Descendants ", 2011 ( e la regia del pilot di " Hung " per HBO,  2009 ], lei sente ancora molto il '' mono no aware '', la malinconia per la natura effimera delle cose ?

     A.P. :   Provo sensazioni ancora più forti. Non potrebbe essere altrimenti. Ma ora tutto è accompagnato da una maggiore accettazione della fragilità delle cose. E della morte. Quando avevo vent'anni [ in realtà più verso i trenta...] e facevo questo film ho rubato questo concetto dai saggi sull'opera di Ozu. Ma più che provarlo sulla mia pelle mi limitavo a osservarlo da fuori. Quel che provavo allora oggi lo provo molto meno : la gelosia, la rabbia e il senso di insicurezza che seguono il nostro primo amore [...]. Il film mi è servito per allontanare tutto questo da me trasformandolo in una commedia. [...] " the Passion of Martin " [ rispetto ] agli altri miei lavori, nonostante la sua scabra semplicità, anzi forse proprio in virtù di quella, mi mette completamente a nudo.

 

 

" Ci conosciamo abbastanza da volerci conoscere davvero ".  

 

 

La Passione è quella che Martin Scores prova per Rebecca Sanchez

( e  no, non c'entra ( Martin ) Scorsese, o ( la Passione per ) Sandra Oh...) :

My First Taste of Eternity.

 

Martin Scores ( Charley Hayward )

 

--  una via di mezzo tra il Jake Scully di Craig Wasson in Body Double di Brian DePalma e il di Jeff Daniels in SomeThing Wild di Jonathan Demme ( ancora Melanie Griffth, ma Lisa Zane è più Natascha McElhone e Kate Winslet ), l'Eli Cahs di Owen Wilson in Royal Tenenbaum di Wes Anderson e il Sandor Szavost di Sky Dumont ( l'approccio di Martin a Rebecca al party di matrimonio in cui lei è damigella, Frank Sinatra in sottofondo : " How Old Lady ? " ) in Eyes Wide Shut ( la fotografia del proprio portfolio che Martin sente come più sua e rispecchiarlo meglio è quella che 'attrae' Rebecca e ritrae l'anziana showgirl guardarsi allo specchio nel suo vecchio costume di ragazza ( mono no aware ), e ricorda per l'appunto lo stile del primo Kubrick ai tempi di Look, come pure quella della " donna che corre terrorizzata guardandosi indietro " : exploitation shuts ), e fin'anco il Sam Lowry di Jonathan Pryce in Brazil di Terry Gilliam e l'Emmet Ray di Sean Penn in Sweet and Lowdown di Woody Allen  --

 

s'innamora perdutamente, non ricambiato allo stesso modo, di quella che pensa essere con tutta la ragione del suo credo la sua anima gemella e compagna di viaggio, Rebecca Sanchez ( Lisa Zane : incantevole ), abitando quel che può essere considerato un riassunto-compendio / evoluzione-miglioramento della commedia, per la parte romantica, di John " Pretty in Pink " Hughes al culmine ( più in generale : "Home Alone" ) della stessa, innestandovi tematiche 'altre' : Rohmer, DePalma, Leigh, Allen, con deviazioni, in questo caso per la parte ossessivo-compulsiva, d'inadeguatezza, verso " l'Enfer " di H.-G. Clouzot - C. Chabrol, e prima della 'new' romantic comedy anni zero e dintorni :

 

Pecker  -  John Waters  -  1998

Happy Accidents  -  Bad Anderson  -  2000

Before Sunrise - Sunset - Midnight  /  Richard Linklater  /  1995 - 2004 - 2013

Eternal Sunshine of the Spotless Mind  -  M.Gondry-C.Kaufman  -  2004

(500) Days of Summer  -  Marc Webb  -  2009.

 

Per terminare... Hablando con Ella...

 

 

     D :  Cinquanta minuti è una durata poco comune per un film. Si è mai sentito in dovere di allungarlo o di accorciarlo ? Le piacerebbe far uscire nelle sale un film di appena quaranta minuti ?

     A.P. :  Mentre giravo " the Passion of Martin " al dipartimento di cinema dell'U.C.L.A. sapevo che sarebbe stata l'unica volta in vita mia in cui avrei potuto essere completamente libero, come regista, da qualsiasi convenzione. La strana durata del film (*) è una conseguenza diretta di questa consapevolezza. Volevo che il film durasse esattamente il dovuto.

Naturalmente dopo ho realizzato che la sua durata, troppo breve per un lungometraggio e troppo lunga per un corto, ne comprometteva  la presenza in certi festival. E in più di un'occasione sono stato invitato a tagliare delle scene o ad aggiungerne di nuove. Ma non c'è stato verso : voi cosa fareste con un figlio che nasce troppo alto o troppo basso ?

Per quanto riguarda la distribuzione nelle sale mi piacerebbe che ci fossero ancora quei film di serie B che magari duravano 62 minuti, come ai vecchi tempi [ " Plane 9 from Outer Space " + " the Blob " ( Tot. 2h30' ), e Grindhouse, x es. ]. I film sono migliori quando durano il giusto [...]. Il cortometraggio canadese " Ryan " vi dà il mondo intero in 13 minuti, " Paths of Glory " ve lo dà in 88 e " the Godfather - part II " in 200.

 

 

" Accettando di venire a casa mia ha confermato il suo interesse. Sentivo che la mia vita fino a quel momento era stata solo una lunga e stupida prefazione " (°)

 

Il voice over di Martin ci accompagna nel suo maelstrom verso l'inferno cui spingerà Rebecca, la cui unica colpa è d'essere differente da lui, incastrandosi ( bene per lui, male per lei, enantiosemicamente ) alla perfezione.

 

" Quant'è lungo il tuo obbiettivo ? "

" Va dai 70 ai 210 mm "

 

In bilico tra grottesca commedia romantica ( dell'innamoramento ) e violento psicodramma della gelosia ( senza fondamento alcuno data l'assenza totale di relazione monogama ) :

ché l'unità di misura di Rebecca è : " a lot ", e quella di Martin è : all or nothing.

 

" You know what I'm talking about ? ".

Per lui è una seconda nascita, ovvero un travaglio all'incontrario, un ritorno all'appagamento, come quel tempo in cui, " per nove splendidi mesi " si era " sentito felice e completo ".  Prima di cadere direttamente dall'utero sul pavimento della sala parto... Ma ci sarà un altro tipo di abbandono...

" Give me a call, sometime...".

Coincidenze, ''segni'' e segnali in-significanti, amore a prima vista testato sperimentalmente, she's like me, insomma, il 'classico' Noi Siamo Diversi, non siamo " gente debole e patetica che si ritrova " nel matrimonio.

 " Capisci cosa voglio dire ? ".

Paranoie, gelosie, sospetti, ''indagini'', sguard'in macchina, ombr'espressioniste, ossessioni, comicità e violenza...

" Quanti uomini avevano visto il suo viso in estasi ? Quanti l'avevano sentita e assaporata ? Mi aveva ingannato facendomi credere di essere come me !Aveva reso grottesco il nostro amore ! Tra noi era finita, finita !

Poi ho ripensato al suo viso, mentre guardava la mia foto...".

 

La differenza fra maschio e femmina ( ews : Alice a Bill : "Milioni di anni di evoluzione, vero ? Vero?" ) è biologica prima che psicologica, ma l'interferenza scatena bellezza e splendore come mostruosità ed orrore.

Lui a lei :

" Se scopi con tutti, qual è la differenza fra te e gli animali ? "

" Noi siamo animali ! "

" Quindi al diavolo la ragione, l'intelligenza e la mente ( spirito-anima ) ? ".

 

Ma la differenza è, anche e sopratutto, muscolare...

...e la tragedia incombe...naturale...

 

 

     D :  Vuole aggiungere qualcosa ?

     A.P. :  [...] " the Passion of Martin " è fortemente ispirato da [...] '' il Tunnel '' di Ernesto Sábato. [...] Per la letteratura latino-americana è quello che '' lo Straniero '' di Camus era per quella europea : quel tipo di romanzo del dopoguerra così limpido, nervoso ed esistenzialista che poteva essere letto come una sorta di commedia mostruosa.

 

 

Nota  =  Film e intervista [ Domande e Risposte ] tratti dal Wholphin n.3 del 2006 by McSweeney's, pubblicato in Italia da Internazionale nel 2008.

 

<<  Con tristezza pensò di nuovo che oscuri abissi lo separavano da lei, e probabilmente li avrebbero separati sempre.

(°) Ma allora, rifletté con rinnovata speranza, perché gli si era avvicinata nel parco ? E non aveva forse detto che aveva bisogno di lui, che loro due avevano qualcosa di molto importante in comune ?

Fece ancora alcuni passi indecisi e poi, fermandosi e guardando per terra, come interrogando se stesso, si disse : per che cosa può aver bisogno di me ?

Provava per lei un amore vertiginoso. Pensò con tristezza che Alejandra, al contrario, non lo ricambiava. E che se aveva bisogno di lui, non era in ogni caso con lo stesso sentimento che lui provava per lei.

La sua testa era un caos. >>

 

Ernesto Sábato  -  Sopra Eroi e Tombe  -  1961

 

 

La trama.

 

Los Angeles, a cavallo tra gli anni '80 e '90. Il fotografo trentenne Martin Scores ( Charley Hayward ), durante una sua esposizione 'personale', s'innamora perdutamente per un classico colpo di fulmine, supportato da alcune coincidenze e da una certa dose di autosuggestione, della coetanea Rebecca Sanchez ( Lisa Zane ), ma per una distrazione finisce col perderla di vista. Sarà ancora il caso a fargliela reincontrare, e da allora l'amore, in parte sinceramente ricambiato, si manifesterà in tutte le sue gradevoli sciocchezze e pesanti ossessioni, tra libertà sessuale, new age, ruolo del maschio rimesso in discussione e Mulholland Drive. 

La particolare faccia depalmiana Charley Hayward, attore da 'un film solo' ( cioè questo ), interpreta una discesa, nel mezzo del cammin di nostra vita, in un'ossessione amorosa, tra romanticismo spinto e grottesco accelerato. Ossessione che ricadrà, letteralmente e pesantemente, sull'incolpevole bellezza di Lisa Zane, che interpreta una libertà insostenibile per buona parte dei maschi, allora come oggi.

Mediometraggio che fu la tesi di laurea in cinematografia all'Ucla per Alexander Payne, il quale fino ad allora aveva diretto un solo cortometraggio, Carmen, del 1985. 

 

Il film.

 

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Ultimi commenti

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  2. mck
    di mck

    Notizia orribile che sto leggendo adesso, è morto Carlo Mazzacurati, malato da tempo ( non ne avevo idea ). Non so dove o cosa scrivere, voglio ricordarlo qui, ripetendo, come già avevo scritto qui sopra, che in queste settimane Rai5 sta ritrasmettendo quasi a 'ciclo continuo' i "Ritratti", regia di Mazzacurati e presenza in campo di Marco Paolini con Rigoni Stern-Zanzotto-Meneghello. Mi sembra un buon modo per ricordarlo e pensarlo al lavoro : la Giusta Distanza che seppe comporre in questi magnifici Ritratti.

  3. yume
    di yume

    Dire che se ne vanno i migliori è un luogo comune finchè non ti guardi intorno e vedi chi è rimasto. E allora dici "se ne vanno i migliori". E' stato brutto sentire ieri la notizia sul tg regionale, con Segre, Paolini e vari altri nomi che non sto qui ad elencare era lo spirito più autentico di quello che Parise chiamava "venetità", un cordiale, arguto, intelligente modo di essere il nord-est non leghista.

  4. mck
    di mck

    Ciao Lore, ciao Paola. @Lorenzo : non penso - se conosco, come credo, un poco il tuo 'taglio' cinematografico, i tuoi gusti - che il cinema di Mazzacurati possa 'piacerti' o 'interessarti', ma forse potrebbe, semplicemente, sorprenderti. Prova con "la Giusta Distanza", "l'Estate di Davide", il "Ritratto" di Rigoni Stern, una pagina ontologica del cinema italiano ( quelli su Zanzotto e Meneghello sono più 'leggeri'. A parte il fatto che ormai tutti e tre i poeti ritratti ci hanno lasciato, compreso il ritrattista...). _____Stessa cosa per A.Payne ( penso tu sia in possesso del mio stesso dvd, un n. di Wholphin ) : "About Schmidt" potrebbe coinvolgerti. _____Tornando a Mazzacurati, complice Paolini, non fa che riprendere, filmare, lasciar parlare Rigoni Stern, ed è come tornare a rileggere il "Sergente nella Neve" e "Ritorno sul Don" ( e più di recente "le Stagioni di Giacomo" e "Sentieri sotto la Neve" ) dopo anni e anni : [ http://www.alpconv.org/en/publications/multimedia/Documents/Intervista%20con%20Mario%20Rigoni%20Stern%20-sito.pdf ] : "Ad un certo momento sento che ho fame, ero con una mitragliatrice all’angolo di un'isba attraverso la strada e vado a cercare da mangiare. Mi sparano - “PAM!” - sento la pallottola che mi passa vicino. Arrivo alla porta di un'isba, non ho dato un calcio e nemmeno ho spianato un’arma, ho bussato ma chissà poi perché. Perché davanti ad una porta che non si conosce si chiede permesso. Mi insegnavano mia madre, mio nonno, mi dicevano che davanti ad una porta chiusa chiedi permesso prima di entrare. Eravamo in battaglia, ragazzi, eravamo in battaglia ed io ho chiesto permesso, ho bussato perché mi avevano insegnato da bambino che alla porta si bussa. Mi hanno detto di entrare e sono entrato. C’erano dentro soldati russi che fino a poco prima ci eravamo sparati, fino a due momenti prima. Erano li che stavano mangiando ed io rimango con il fucile in spalla e loro mi guardano e si fermano, stavano mangiando e si fermano a mangiare e mi guardano, avevano lì le loro armi, avrebbero potuto ridurmi…a non essere qui e ho detto: “Datemi da mangiare”. La donna che era li, la madre di famiglia con i bambini - erano lì i bambini assieme ai soldati - ha preso il piatto e dalla zuppiera che era in mezzo alla tavola, una pignatta, non era una zuppiera, ha preso il cibo, me lo ha porto e ha detto: “Mangia!”. Ho mangiato in silenzio ed i russi mi guardavano, non hanno fatto nessun gesto, mi guardavano fermi immobili. Quando ho finito di mangiare ho detto “Grazie!” e sono uscito. Sono uscito dai nemici con i quali mi ero sparato prima e assieme abbiamo mangiato. Era il 26 gennaio del 1943". _____Sono pressapoco le stesse parole di quest'intervista -- un commento agli stessi avvenimenti descritti più seccamente ( una scrittura 'telegrafica', ''jazzistica'', Ellroyana [sic!, et non...]...! Di certo non ''pronta'' per l'Editoria, ma per la Letteratura si ) verso la fine de "il Sergente nella Neve", nel capitolo X° -- che Rigoni Stern pronuncia di fronte a M.Paolini, C.Mazzacurati e il direttore della fotografia Alessandro Pesci ( e decine di volte in giro per il paese e le sue scuole ), e allora si potrebbe obbiettare :"semplice trasposizione, semplice illustrazione". _____No, è proprio qui che Mazzacurati mantiene la posizione, di fronte al miracolo di una vita, conserva e pratica mettendola in opera la giusta distanza, fino a quel finale campestre, bucolico, nell'occhio del ciclone, durante il disgelo... "Il bambino dormiva nella culla di legno, che dondolava leggermente sospesa al soffitto; il sole entrava dalla finestra e rendeva la canapa come oro; la ruota del mulinello mandava mille bagliori; il suo rumore sembrava quello di una cascata; e la voce della ragazza era piena e dolce in mezzo a quel rumore." : un punto e virgola per ogni respiro, e Mazzacurati abita quel tempo consentendogli di scorrere integro, intero, intatto. _____Ciao @Paola : il sentimento che prevale in me verso questa scomparsa è quello, atrocemente banale, della mancanza : so solo una cosa, che il cinema di Mazzacurati mi mancherà, mi mancherà il suo sguardo. Un caro saluto.

  5. yume
    di yume

    Bellissimo quello "scrittura jazzistica". Mmmm, beh, scusa, mi faccio sempre incantare dalle parole.... bello anche quello che dici a lore, e molto vero. Sì, forse Mazzacurati non è fra i registi del suo cuore, ma non dubito che una persona come lui non riesca ad apprezzare anche oltre i confini del suo gusto. Certo il mondo di Mazzacurati bisogna "respirarlo" da vicino. Io ho un privilegio, vivo nei suoi luoghi, e allora quello che oggi mi manca non è solo il suo cinema, è la persona, è pensare che uno come lui è mancato, e di persone come lui, quelle del Veneto caldo e affabile, gioioso e ironico, ne ho viste mancare parecchie lungo questi anni in cui all'anima abruzzese originaria ho, per forza di cose, dovuto unire quella veneta. E dunque il senso di vuoto è doppio. Ciao

  6. mck
    di mck

    Purtroppo hai ragione Yume. Nel tuo commovente ( non solo nel senso di smuovere i sentimenti, di scuoterli, agitarli, turbarli, ma anche nell'antico significato di "ribellarsi" ) post di CR su Mazzacurati citi "Signore e Signori" : lo stesso Germi, straniero in terra straniera per una stagione, profondamente tirrenico ( Genova, Roma ), ha saputo vivere quel mondo in pieno [ certo, grazie a Luciano Vincenzoni ( amici, lui e G.Parise ), con Germi dai tempi de "il Ferroviere" ( e poi Lizzani, Monicelli, Leone...), tuo concittadino adottivo...nel senso che tu hai adottato la cittadina...]. _____Il triveneto, il nord-est, quella terra che dalle colline moreniche del Garda sale innalzandosi di Dolomia fino alla Carnia e scende ad abbracciare digradando lagune a nord e delta e polesine ( il suo Polesine, di Mazzacurati ) a sud, così come la Lombardia ---( e ce la battiamo, cara Paola, in quanto a cementificazione e capannonificazione, outletizzazione e rotondizzazione, asfaltificazione e monotonizzazione del territorio : lasciatelo dire da uno che giorno dopo giorno vede sparire fette di Pianeta dalla Brianza, dal Parco Sud Milano, dal Varesotto : ecco perché amo la Crisi, ecco perché amo le Alluvioni. E vaglielo a dire a chi ha perso la casa, e vaglielo a dire a chi ha perso tutto : infatti, glielo dico : così come la Legge non ammette ignoranza, anche la Natura - quelle volte ( quasi tutte ) in cui è colpa dell'uomo )--- e tante, tutte le altre regioni d'Italia, è stato mangiato dai suoi stessi abitanti ( lo sai meglio di me ), come una malattia autoimmune : dopo Salò ( ok, sponda lombarda, ma la terra è quella ) e la pellagra del dopoguerra ---( e il Veneto era conciato peggio allora sotto il profilo dello sviluppo economico-industriale ( senza progresso ) del Sud Italia : e non so oggi chi possa dirsi più 'fortunato', se il Territorio mangiato dall'Industria senza una Politica del territorio e del futuro, o il Territorio divorato dalla Mafia dell'Assenza di Stato )--- è risorto, verso...verso...il Bilanciere del Veneto : basta andare su GoogleEarth e dare un'occhiata dall'alto : un'infinita ininterrotta striscia di grigiore itterico da Mestre a Bardolino, da Mantova a Chioggia, da Venezia a Padova : urbanizzazione virulenta, pulviscolare, pervasiva : Devastazione e Saccheggio, sotto agli occhi di tutti, che raccolgono le briciole da terra ( e Galan e Zaia sono solo i sintomatici e patologici bubboni superficiali di un marciume antico e profondo ). _____"Consoliamoci", tornando un attimo ad A.Payne e al suo "Nebraska" [ che, a visione non ancora avvenuta, penso possa c'entrare con l'omonimo album del boss solo per via della copertina ( non è né un bene né un male, mi sembrano due storie ( quella del film di Payne e quella del 'quasi' concept album di Springsteen ) e modi di affrontare le cose differenti, e spero però d'essere smentito, che un crocevia possa esserci ] : vi sono sprofondi in tutto il mondo, dal midwest alla rust belt, da Detroit e Flint, Michigan, al cuore dell'Europa, la Germania. Beh, no, la Germania no... S'imparasse qualcosa almeno. Ciao.

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