Regia di Mitsuru Meike vedi scheda film
Il genere esatto di questa pellicola viene chiamato Pinku Eiga ed indica una forma di soft-core in voga in giappone, dove le regole del genere sono abbastanza rigide; ragion per cui vedrete tanto sesso ma nessun genitale in mostra. E' questo, a mio avviso, l'unico aspetto disturbante di una pellicola che ha dei lati originali e curiosi, a partire dalla trama decisamente fuori dagli schemi. Una prostituta si trova coinvolta in una sparatoria, un proiettile le si conficca nella testa ed in seguito viene fatto sprofondare fino al cervelletto attraverso una matita che lei stessa ficcherà dentro il foro. Questo le conferirà poteri paranormali, la strana facoltà di vivere le emozioni in maniera differita ed amplificherà le sue facoltà intellettuali. Se non bastasse nella sua borsetta si troverà casualmente il motivo che ha condotto alla sparatoria, una versione clonata del dito di Bush; in grado di attivare con le impronte digitali ivi impresse, un arsenale bellico inimmaginabile. Il foro del proiettile a centro della sua fronte non si rimarginerà mai e chi vi guarderà dentro scorgerà scene di guerra e morte. Le trovate grottesche si sprecano, la presa in giro verso Bush è palese e molto forte e la sessualità a volte risulta persino contestualizzata e sensata. Se sia voluto o meno, i riferimenti intellettuali restano, però, ridicoli e buttati a casaccio insieme ad una sequela di nomi altisonanti e frasi ad effetto di ben poco significato. Un film che poteva essere qualcosa di più ma che già così rappresenta un'ispirante fonte di idee e riflessioni, sesso a parte. Attori nel complesso scadenti e regia a volte stilizzata e ingenua fanno di questa pellicola un prodotto molto difficile da valutare. Facilmente demolibile come esaltabile. Curioso è la parola giusta, pertanto se ne consiglia la visione solo a chi di curiosità non difetta.
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