Regia di Herman Yau vedi scheda film
Quarto film appartnenente alla saga originale sul maestro di arti marziali Ip Man, inaugurata nel 2008 e proseguita nel 2010 da Wilson Yip e Donnie Yen in quelli che probabilmente restano i due film più riusciti. Nel 2011 si era visto poi un prequel sulla giovinezza del personaggio, interpretato da Yu-Hang To e diretto dal prolifico Herman Yau che torna con questo nuovo capitolo dove la parte passa ad Anthony Wong. A differenza del precedente questo film non si pone però come un ulteriore seguito, ma risulta come un titolo a se stante dove vengono ripercorse le vicende del maestro dal 1950 fino alla vecchiaia. La storia non presenta proprio una trama lineare, dipanadosi tra i vari avvenimenti che acacdono nella vita del maestro e gli aspetti sociali che li circondano. Ip Man è un mestro di Wing Chun appartenente a una famigia di nobili origini, ma che ha perso tutti i suoi averi durante l'invasione giapponese. Recatosi ad Hong Kong Ip Man si rifiuta di aprire una scuola, scegliendo di insegnare le arti marziali nella terrazza appartenente a un sindacalista che fa parte dei suoi allievi. La situazione economica, ieri come oggi, è molto difficile e anche gli studenti del maestro vengono coinvolti nelle proteste sindacali e negli scontri con la polizia. Nel frattempo il maestro, dopo la morte della moglie, si innamora di una cantante ben accettata dal figlio ma non da alcuni trai i suoi studenti. Nel complicato stato sentimentale, Ip Man finisce anche per scontarsi con Local Dragon, temibile malavitoso dedito ad organizzare combattimenti clandestini... Accadono diverse altre cose, ma elencarle tutte significherebbe raccontare l'intero film scena per scena dal momento che non vi è appunto una trama lineare. Solitamente apprezzo i film dal ritmo lento vedi TWILIGHT SAMURAI o KURO OBI, però su tale argomento preferisco sicuramente l'IP MAN di Wilson Wip al THE GRANDMASTER di Wong Kar Wai. Questo IP MAM THE FINAL FIGHT si colloca un po' a metà tra i due stili radicalmente opposti, conciliando spettacolari sequenze di arti marziali a momenti più meditativi e drammatici sulle vite dei protagonisti. L'abbinamento non risulta però del tutto riuscito, inoltre la storia si mostra troppo frammentata assumendo costanti risvolti secondari. Ne esce un lavoro sicuramente interessante, ma riuscito solo a tratti. I momenti più memorabili mi sono sembrati il combattimento tra Anthony Wong, non sapevo che fosse così abile nelle arti marziali, e Xiong Xin Xin nel ruolo di Local Dragon oltre alla lotta della danza dei draghi che erano parecchi anni che non si vedeva più in questi film. Tuttavia gli aspetti dramamtico e sentimentale non raggiungono le intensità spesso mostrate nei film conazionali, ad esempio ho visto recentemente THE BLOODBROTHERS (un remake del BULLET TO THE HEAD di John Woo) che mi aveva convinto maggiormente su questo punto di vista. Alcune trovate poi erano veramente evitabili, come la comparsa di una improbabile imitazione di Bruce Lee verso la parte finale. Nel complesso lo definirei quindi un po' sotto le aspettative, non all'altezza dei titoli diretti da Wilson Wip. Se piace il genere tendo però a consigliarlo ugualmente, vista l'efficacia di certi momenti e una notevole cura nella messa in scena. Un ringraziamento a RAI 4 che sta portando sulla televisione nazionale tanti titoli che davo ormai persi per il mercato italiano.
Ottima
Assolutamente Ti Lung al suo posto.
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