Regia di Alain Guiraudie vedi scheda film
Franck, fruttivendolo disoccupato, frequenta d'estate i dintorni di un lago circondato da una fitta boscaglia e luogo di ritrovo per una nutrita comunità gay dedita al nuoto ed agli incontri occasionali. Qui fa la conoscenza tanto del solitario e taciturno Henri, spaccalegna bisessuale con una relazione etero da poco interrotta (naufragata), quanto dell'aitante e tenebroso Michel, già legato ad un altro ragazzo. Amico di Henri ma attratto da Michel, Franck inizia con quest'ultimo una relazione passionale e travolgente. Quando però l'ex compagno di Michel viene trovato annegato i sospetti della polizia si indirizzano subito verso quest'ultimo di cui tanto Henri che Franck iniziano a diffidare. Finale tragico.
Giocato sull'occhio indiscreto di una camera prevalentemente fissa che scruta con letargica indolenza il microcosmo di squallore e di passioni che agitano i frequentatori di un ritrovo per 'cuori solitari' in cerca di tenere effusioni virili, l'incursione di Guiraudie in un dramma dei sentimenti virato verso le torbide acque del thriller lacustre sceglie con studiata sensibilità gli elementi di una scenografia naturalistica (il bosco, il lago, le fratte) quale muti testimoni di una deriva umana in cui i codici di comportamento riflettono specularmente quelli di un mondo esterno in cui passioni e fragilità sono non meno ferali e letali ed in cui, sotto una superfice di apparenti quiescenze, si nascondono le insidie di una impenetrabile insondabilità emotiva. Le ragioni striscianti di una latente ostilità, sembrano guizzare come i fantomatici pesci-gatto del lago, dall'apparente monotonia di una consuetudine vacanziera per soli uomini,laddove l'occasionale consolidarsi delle passioni e delle relazioni stabilisce i confini di libertà individuali che possono facilmente essere violate (chi si masturba dietro le fratte?) e dove l'elemento del crimine scaturisca dall'insofferenza di una personalità narcisistica ed egocentrica assillata dalla smania di possesso di una scomoda passionalità (un ragazzo troppo geloso?). Giraudie costruisce quindi un meccanismo in cui alla virulenta ferinità di copulazioni maschili fa da contraltare l'apparente indolenza di una placida trama di relazioni umane da cui far emergere il sospetto di ciò che si nasconde sotto la sua superficie, senza per questo mostrarlo apertamente se non nel precipitare, fulmineo e sanguinario, di un finale in cui paura e desiderio, follia e lucidità, attrazione e repulsione diventino la chiave di un agire casuale e contraddittorio ed emerga, nel chiaroscuro di un crepuscolo della ragione, la flebile sagoma di un amante smarrito di fronte alla propria impotenza. Al di là della presunta provocatorietà delle scene di sesso (esplicite oltre un obsoleto concetto di pornografia e per questo puramente naturalistiche) perfettamente funzionali all'ambientazione, è nel funzionamento del meccanismo della suspence che si gioca la riuscita di questo film. Queer Palm e Premio per la regia Un Certain Regard a Alain Guiraudie al Festival di Cannes 2013.
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