Regia di Alain Guiraudie vedi scheda film
sappiamo il nome, può ancora essere uno sconosciuto?... abbiamo fatto più volte sesso nella boscaglia, sesso non sicuro, disperdendo fluidi vitali che possono tramutarsi in mortiferi nei rispettivi corpi e possiamo ritenerci ancora sconosciuti?... abbiamo avuto l'ardire di confessarci innamorati con colui che poteva diventare uno dei nostri migliori amici e per di più, abbiamo assistito all'atto estremo e senza via di ritorno, e non ci siamo spaventati, ma anzi abbiamo perseverato nello sprofondare nel desiderio per quegli occhi acqua-marina confusi in un cespuglio inestricabile di capelli neri e baffi che delineano una bocca ingorda e magliarda. ma non ci conosciamo, oppure si?.... lo sconosciuto del lago è senza dubbio un film strano. attori mai visti che potrebbero benissimo essere habituè di una zona di batuage prestatisi all'arte cinematografica, ci introducono sulle rive di un lago dove uomini di tutte le età vanno a prendere il sole nudi o vestiti, fanno il bagno e poi si rimettono le scarpe e/o i vestiti e si inoltrano nel bosco per rimorchiare altri uomini per sesso. alcuni si conoscono altri no. in pochi sanno il nome l'uno dell'altro, perchè in pochi poi si rivedono nella vita al di fuori di quella dimensione sensuale. intorno a quei corpi che vanno e "vengono" si formano miti e leggende su di un pesce siluro di dieci metri, che però potrebbe benissimo essere di 5 metri o magari anche più grosso visto che nessuno mai l'ha visto. informazioni che sappiamo da henri(patrick d'assumçao)un solitario che incuriosisce da subito franck(pierre deladonchamps)il nostro habituè, noi. henri non si spoglia, non rimorchia, non cerca niente. e anzi si sorprende che franck sia gay, poichè di solito lì ci vanno uomini sposati o fidanzati. quasi che franck fosse una stranezza. piano piano il film viene ammagliato dalla presenza meravigliosa di michel(christoph paou), misterico oggetto del desiderio che esce dalle acque del lago dopo aver fatto una salutare nuotata, prima di gettarsi nella mischia di corpi bramosi di un altro mitico pesce, mostruoso e altrettanto mitico come quell'enorme siluro che si vocifera navighi in quelle acque. il cazzo è oggetto-soggetto del film anche quando non è inquadrato o non si parla di lui. l'organo genitali, mai così improduttivo, è vivaddio perennemente inquadrato, tanto che te ne dimentichi o non vi deposito lo sguardo sopra. poichè quando franck davanti all'ispettore di polizia(jerome chappatte)non confessa ciò che ha visto, rispondendo sapientemente alle domande precise del rappresentante della legge, in cuor suo sa che per nulla al mondo vuole rinunciare a michel e al suo cazzo. è una rivelazione che sciocca tutti e tre i protagonisti della storia. henri che innamorato di franck sa che non potrà mai averlo, franck che se ne fotte di ciò che l'ispettore gli sta dicendo per sensibilizzaro e di michel che sa che ha trovato un complice. la ragione annebbiata dalla bramosia dei sensi, permette al mostro in belle sembianze di esprimersi al suo meglio. tutto è relegato alla natura incontaminata del lago, dove i segni del progresso inquinante sono rappresentati dalle macchine degli avventori e dai profilattici e i fazzolettini gettati a casaccio nella boscaglia. il mostro c'è, dice l'ispettore a franck, ma non è di certo un siluro di dieci metri. e nella strage finale, completamente ambientata l buio i due amanti si chiamano e non sapremo mai se anch'essi diventeranno una storia che gli avventori si racconteranno la stagione prossima. bravissimo d'assumçao nelle vesti del bisessuale curioso o del gay latente che non vuole niente da quel posto se non la sicurezza di poter starsene lì senza essere considerato uno strano. henri il suo personaggio ci affascina con la sicurezza con cui si getta nei suoi intenti che scopriamo solo alla fine. il suo ruolo di psicopompo all'inverso che cerca di traghettare franck fuori dalla trappola in cui si sta gettando o comunque fuori dal limbo idilliaco del lago in cui rimarrà(forse?)intrappolato a vita è forse il personaggio più bello. christoph paou sorta di mantide che mangia i propri amanti dopo averli scopati è ben oltre la figura squallida del serial killer. ce n'ha della creatura pagana mezzo uomo, mezzo pesce per come nuota, salvo trasformare la coda in gambe quando esce dall'acqua. pierre deladonchamps invece è la vittima che si accorge del proprio ruolo alla fine, quando la paura della morte riesce a prendere il sopravvento sul delirio dei sensi. cose inerenti alla vita entrambe in effetti.
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