Regia di Gianni Cozzolino, Ninì Grassia vedi scheda film
Un giovane ballerino napoletano sbarca sulla riviera romagnola in cerca di fortuna; incontra subito un dj locale che lo aiuta a inserirsi nell'ambiente. Mentre infiocina e sodomizza donnine a destra e a manca, il ballerino trova anche il meritato successo.
Togliendo le scene di sesso, i novanta minuti circa di film vengono ridotti a circa la metà. Sottraendo anche le scene in discoteca - l'intera pellicola è uno spottone alla discoteca romagnola Pascià - non rimane che una manciata di minuti, durante i quali si sprecano amenità involontarie, idiozie logiche, dialoghi di una banalità raccapricciante e recitazioni canine a iosa. Scritto e diretto dall'uomo che ha lanciato Nino D'Angelo al cinema, cioè Ninì Grassia, Una vita da sballo è un softcore di scarsissima consistenza, realizzato frettolosamente e senza alcuna idea; la svolta significativa per il regista è l'ambientazione riminese, variazione sul tema geografico che comunque comporta ben poca variazione dal punto di vista contenutistico e qualitativo del film. Saverio Vallone, Alex Damiani, Cristina Barsacchi: gli interpreti sono di infima levatura, peraltro molti fra loro habituè delle opere di Grassia; quest'ultimo all'epoca viaggiava all'impressionante media di 2 o 3 film all'anno: ma non è difficile intuire come facesse, dato lo spessore artistico di tali lavori. 1,5/10.
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