Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
RE PER UNA NOTTE (King of comedy) è Rupert Pupkin un giovanotto con baffetti e capelli con riga in mezzo, paranoico fan di Jerry Langford, un popolare comico televisivo. Il divo all’uscita da uno studio televisivo viene assediato da fans in delirio e con uno stratagemma agganciato da Pupkin, il quale dopo avergli riversato tutta la sua stima e la conoscenza approfondita del suo repertorio, chiede di poter partecipare al suo show con un monologo, Langford per liquidarlo lo invita a registrare un nastro e a mandarglielo in ufficio. Rientrato a casa, Rupert nella sua stanzetta tappezzata di foto, pupazzi televisivi e applausi registrati inizia a fantasticare sull’incontro, gasato dalla situazione annuncia ad un’amica che presto diventerà famoso. In seguito Rupert insieme a Masha, una sodale più fanatica e folle di lui, tentano diversi appostamenti per violare la privacy del loro idolo e Pupkin alla consegna del nastro continua a sognare a occhi aperti ma viene freddato dalla segretaria che lo invita a migliorare il livello di preparazione. I conseguenti dinieghi di Langford costringono Rupert e Masha a irrompere nella villa del comico e a immobilizzarlo, entrambi come prezzo per la sua liberazione ottengono qualcosa: lui appare come ospite a sorpresa del suo show, scortato dietro le quinte da polizia e F.B.I.; lei lo sottopone ad avance erotiche ma Jerry riesce a liberarsi e fuggire. Condannato a sei anni di reclusione, Rupert ne sconta due e diventa una celebrità come showman e come autore di una autobiografia stampata e diffusa in tutta l’America.
L’ossessione del successo e l’idolatria di personaggi famosi è il tema basilare di questo singolare film girato da Martin Scorsese su commissione dopo i trionfi di TORO SCATENATO. Solo Robert De Niro poteva interpretare un mediocre, un uomo qualunque dal vestiario kitsch che diventa una star scimmiottando un suo mito con una grinta e un’immedesimazione così parossistica. Ricorda anche certi personaggi improbabili che negli anni ottanta riempivano gli schermi di tv private di quart'ordine. Spietata e crudele analisi del mondo dello spettacolo e dintorni, inoltre il personaggio di De Niro sembra un’anticipazione de IL GRANDE FRATELLO e della fauna di nullatenenti, portatori sani di nullismo destinati alla notorietà molto di più del famoso quarto d’ora di celebrità ipotizzato da Andy Warhol. RE PER UNA NOTTE è anche il tristissimo ritratto di un comico interpretato da Jerry Lewis, antipatico e scostante, blindato e reso cinico dalla cosiddetta società dello spettacolo, “vittima alienata di un sistema”, chissà quanti V.I.P. televisivi e cinematografici assomigliano al lugubre Jerry Langford. La regia di Scorsese è acida, fredda e non concede nessuna pietà e redenzione ai suoi personaggi compresa la mitomane Masha, nella morale e nel finale del racconto si avvertono analogie con TAXI DRIVER, altro stupendo ritratto di solitudini e nevrosi metropolitane. Come nel capolavoro del ’76 anche in RE PER UNA NOTTE sono presenti pesanti critiche alle contraddizioni dell’America che porta dalle stelle alla polvere e viceversa, condanna e assolve con troppa facilità chiunque, pure da noi (in Italia) in questi ultimi anni diventano star gli sconosciuti e gli inetti, gli assassini e i palazzinari nell’assoluta indifferenza generale.
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