Regia di Richard Donner vedi scheda film
“Arma letale” è uno dei film più rappresentativi degli anni ’80. Le motivazioni sono svariate (per cui difficilmente elencabili tutte) ed ancora oggi, se il film ha una schiera pressoché infinita di cultori e nostalgici, un motivo ci deve essere. Sicuramente la coppia formata da Roger Murtaugh (Dennis Glover) e Martin Riggs (Mel Gibson) è una delle meglio assortite della storia del cinema: un po’ antitetiche, un po’ complementari, i due poliziotti si aiutano e salvano a vicenda, nonostante l’estrema diversità che li caratterizza.
Ma nonostante “Arma letale” nell’immaginario collettivo sia associato ai faccioni dei suoi due protagonisti, il film è un successo perché è ben fatto nella sua totalità. Talmente ben fatto che, oltre a produrre 3 sequel (e di eguale successo), la creatura di Richard Donner ha prodotto numerosissimi epigoni, tra cui, quello più lampante (per quanto dissimile per molti tratti) è rappresentato dalla trilogia di “Die Hard”.
Richard Donner traduce sullo schermo in maniera certosina la dinamicità della sceneggiatura di Shane Black: le due componenti si aggrovigliano perfettamente e la loro risultante è un film d’azione eccitante, non banale, sicuramente originale, con una trattazione del fenomeno “violenza” analizzato da tutti gli angoli: la violenza repressa, quella manifesta, quella autolesionistica, quella puramente sadica. Proprio il tema della violenza in “Arma letale”, soprattutto grazie alla magnifica caratterizzazione del personaggio di Gibson, è una componente fantasticamente tratteggiata, vista comunque sotto una luce insolitamente ironica.
Le interpretazioni dei due protagonisti e i dialoghi, assolutamente calzanti, sono il giusto completamento di un film davvero avvincente che, se si esclude qualche banalità sul piano della verosimiglianza (come la lotta nel fango tra Martin e Joshua - un bravo Gary Busey), è giustamente considerato un cult del decennio.
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