Regia di Alessandro Piva vedi scheda film
Trent'anni di carriera malavitosa - tra gli '80 e il primo decennio del nuovo millennio - di Marcello Cavani detto AlènDelòn (Scianna), padre affettuoso, marito innamorato, affiliato alla camorra più per la vocazione a fare la bella vita che per convinzione. Tra eccidi, vendette, entrate e uscite dal carcere, la sua esistenza si consumerà nel tentativo di affrancarsi dal clan di Secondigliano al quale appartiene.
Al suo quarto film, il salernitano Alessandro Piva - che ci aveva regalato gioielli come LaCapagira ed Henry - firma la sua opera meno riuscita. Siamo di fronte a una versione abborracciata di Gomorra con tentazioni scorsesiane e coppoliane, nella quale scenografie d'epoca e attori convincono, ma la trama non è mai avvincente, le scene d'azione sembrano inserite come riempitivo e la coprotagonista Valentina Lodovini, che si presta anche a una scena di sesso, è puramente decorativa. Forse per queste ragioni gli esercenti hanno tardato a portarlo in sala - dove è rimasto pochissimo - dopo che il film si era affacciato al festival del cinema di Roma.
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