Regia di Alessandro Piva vedi scheda film
Responsabilizzato dalla morte del padre, Marcello, figlio maggiore, usufruisce della benevolenza della camorra per far sopravvivere dignitosamente madre e fratelli più piccoli. Da lì all'affiliazione a un clan della camorra il passo è breve.
Soprannominato Alendelòn per il bell'aspetto e il gusto nell'abbigliamento, Marcello cresce in ruolo e responsabilità e quando si sposa riuscirà ad assicurare alla nuova famiglia quegli ideali borghesi a cui da sempre aspirava: dalla bella casa grande all'arredamento kitsch ai gioielli e allo yacht.
Ma il carcere, le morti, i tradimenti che fanno parte della vita media di ogni malvivente che si rispetti lo indurranno a pensare di uscire da quel mondo. Ma allontanarsi dal clan non è affatto facile...
Tratto dall'omonimo romanzo scritto da Cannavale e Sensini, il film diventa un modo per rappresentare uno spaccato di circa 40 anni della vita di una martoriata Napoli, ricostruito con dovizia di particolari peraltro accuratamente messi in scena (dagli abiti alle auto agli ambienti d'epoca). La storia non sembra rincorrere il filone alla "Gomorra", ma neanche il classico gangster-movie americano.
Rispetto al coevo Anime Nere, c'è una mano meno intimista, più concentrata sul racconto dei fatti che degli stati d'animo, ma alla fine è una storia che si lascia guardare con attenzione.
Ecco, magari qualche sottotitolo sarebbe stato gradito in certe conversazioni molto "vernacolari".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta