Trama
Resoconto della vita di Jiro Horikoshi, il progettista giapponese famoso per aver disegnato gli aerei da combattimento Mitsubishi A6M Zero usati dal suo paese durante l'attacco a Pearl Harbor nella Seconda guerra mondiale.
Approfondimento
SI ALZA IL VENTO: LA STORIA DI JIRO HORIKOSHI
Decimo lungometraggio per il cinema diretto dal genio dell'animazione nipponica Hayao Miyazaki, Si alza il vento racconta la vita di Jiro Horikoshi, l'uomo che ha disegnato gli aerei da combattimento usati dal Giappone durante la Seconda guerra mondiale. A spiegare la genesi delprogetto è direttamente il regista, in occasione della presentazione del film in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2013: «Il progettista dell'aereo da combattimento “Zero” Jiro Horikoshi e il suo predecessore italiano Gianni Caproni condividono una stessa aspirazione, uniti da un'amicizia che va oltre il tempo e lo spazio. I due devono affrontare numerosi insuccessi, mentre si dedicano interamente alla realizzazione dei loro sogni di gioventù.
Nel periodo Taisho della storia giapponese (1912-1926), un ragazzo di campagna decide di diventare ingegnere aeronautico. Sogna di costruire un aereo in grado di volteggiare come un vento meraviglioso.
Cresciuto, va a studiare a Tokyo e diventa un ingegnere di primo livello dell’enorme industria bellica giapponese. Il suo talento fiorisce, arrivando a creare un aereo meraviglioso che lascerà un segno nella
storia dell'aviazione: il Mitsubishi A6M1, più conosciuto come aereo da combattimento 'Zero'. Per tre anni, a partire dal 1940, 'Zero' è stato il miglior aereo caccia del mondo. Gli anni durante i quali il nostro protagonista passa dall'infanzia alla giovinezza sono contrassegnati da una sensazione di stasi: il terremoto di Kanto del 1923, la Grande Depressione, la disoccupazione, povertà e tubercolosi, rivoluzioni e fascismo, soppressione della libertà di parola, una guerra dopo l'altra. Intanto, nello stesso periodo, la cultura popolare fiorisce; si affermano modernismo e nichilismo, come pure l'edonismo. I poeti, lungo il loro cammino, restano vittime delle malattie e della morte.
Il nostro protagonista Jiro è impegnato a progettare aeroplani mentre l'Impero giapponese si avvia verso la sua distruzione e la sua fine definitiva.
È la storia di un individuo dedito al suo lavoro, che ha perseguito tenacemente il suo sogno. I sogni contengono un elemento di pazzia, e questo aspetto “velenoso” non può essere nascosto. Desiderare ardentemente qualcosa di troppo bello può distruggere. Accostarsi alla bellezza può richiedere un prezzo da pagare. Jiro sarà distrutto e sconfitto, la sua carriera di progettista interrotta, ma resta un uomo di grande originalità con un talento non comune.
Il titolo Si alza il vento è tratto da un omonimo racconto scritto da Tatsuo Hori. Hori aveva scelto una frase da una poesia di Paul Valéry, “Le vent se lève, il faut tenter de vivre”, e l'aveva tradotta in giapponese: Kaze tachinu, iza ikimeyamo (Si alza il vento. Dobbiamo provare a vivere). Il nostro film mette insieme Jiro Horikoshi e lo scrittore Tatsuo Hori, due persone reali vissute nello stesso periodo, facendone un solo individuo, “Jiro”, il nostro protagonista. È un'opera inusuale di assoluta finzione che descrive la gioventù giapponese degli anni '30. La nascita dell'aereo da combattimento 'Zero', e l'incontro e la separazione del giovane ingegnere Jiro e della bella e sfortunata Nahoko. Questa è la nostra storia. Il buon vecchio Caproni, superando le barriere dello spazio e del tempo, servirà ad aggiungere un po' di colore al racconto».
Note
Il testamento artistico di Miyazaki, che per la sesta e (pare) ultima volta ha annunciato il suo ritiro, è la catarsi irrisolta, autobiografica e trasudante umanità di un pacifista che ammira la bellezza degli aerei da guerra, di un privilegiato che, al contrario di quasi tutti i suoi concittadini, non ha vissuto gli stenti della guerra. Si alza il vento è il modo più doloroso per dire addio a un genio che sceglie la pensione; ma, come insegna il film, «dobbiamo provare a vivere».
Trailer
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
Commenti (7) vedi tutti
Il Maestro torna ai temi a lui più cari, alla Storia del suo Paese e alla memoria dei genitori. Opera cupa, colta, matura, ricca di fascino e poesia nelle immagini. La guerra ha inghiottito tutto, bellezza compresa. Ma il vento, metafora del sogno che soffia su un’esistenza che necessita di essere sospinta, malgrado tutto si alza ancora. Toccante.
commento di Antonio_MontefalconeUltimo film diretto da Miyazaki...ad oggi! A Venezia, il grande regista di anime, vista l'età avanzata, annunciò il suo ritiro, l’anno dopo ebbe l'Oscar alla carriera. Anche qui ritroviamo molti dei suoi messaggi come: mai abbattersi, inseguire le proprie passioni, l’ecologismo, la tradizione, il pacifismo, avere un amico e crearsi una famiglia!
commento di marco biAspettando il "brucoso" progetto di Hayao Miyazaki, approfondisco la mia considerazione sul suo ultimo lavoro, uscito al cinema oramai più di quattro anni fa.
leggi la recensione completa di Genga009Un altro capolavoro di Myazaki, un film meraviglioso che non potete perdervi. E' il film che unisce un po' tutta la poetica di un autore che io reputo più che regista un vero e proprio poeta, perché il cinema di Myazaki per me è poesia pura.
leggi la recensione completa di ClintZoneFluido scorrere di immagini animate da un pensiero che parla del sogno di un bambino che ama il volo degli aerei e di un uomo che spende la sua vita per quel sogno.
leggi la recensione completa di yumeMiyazaki non si discute. La perfezione del disegno e la cura della storia ne fanno sicuramente il più grande del disegno animato vecchio stampo. La storia cerca la storia, e non una favola, e fa riflettere sulle dinamiche dell'industria bellica, attraverso la vita di un personaggio giapponese realmente esistito.
commento di slim spaccabeccoUn bellissimo film introspettivo che comunica tanto facendolo in un modo astratto:un misto di sogno e dura realtà. Uno dei migliori film di Miyazaki che ci lascia con questo suo ultimo capolavoro. Bellissimo
commento di Augusto_A