Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Jiro, nel Giappone del 1918, è un ragazzo che sogna di diventare pilota di aerei ma a causa della miopia di cui soffre sarà costretto subito ad abbandonare questa che per lui rimarrà un'utopia, rifacendosi però diventando un progettista di velivoli che, tanti anni dopo, verranno usati, con suo grande rammarico dall'esercito nipponico nella Seconda Guerra Mondiale. La sua storia personale si intreccia a quella di Nahoko, conosciuta per caso quando era ancora solo uno studente, durante un viaggio in treno e subito soccorsa per le conseguenze di un terremoto, e ritrovata, ancora piuttosto casualmente, dopo molto tempo, quando era ormai immerso nel lavoro, finendo per innamorarsene, corrisposto dalla ragazza, ma la cui storia è minacciata dalla grave malattia di cui è affetta.
'Si alza il vento', titolo tratto da un verso di una poesia di Paul Valery, che continua con ''Bisogna tentare di vivere'', è il testamento cinematografico di Hayao Miyazaki, che dirige quello che è tra i suoi film più belli e compiuti in assoluto: curatissimo come al solito negli eleganti disegni, sia degli sfondi sia dei personaggi, tratteggiati con lineamenti occidentali, immerso in atmosfere che alternano parti per così dire più realistiche – tutte quelle relative alla professione di Jiro, coltivata con fervente passione, impegno assiduo e notevoli capacità creative – a parentesi di pura poesia, incentrate sulla toccante e contrastata (dal destino) storia d'amore tra i due protagonisti, per passare a splendidi siparietti onirici, intrisi di ironia, dove Jiro incontra colui che è la sua fonte d'ispirazione fin dall'infanzia, ossia il progettista italiano Caproni, ricorrente più volte nell'arco narrativo, in veste di coscienza critica e per fare ogni volta il punto della situazione, avendo con lui illuminanti colloqui sulla loro comune passione, 'Kaze Tachinu' è un'ulteriore dimostrazione dello smisurato talento del maestro giapponese, dove i temi portanti del suo cinema – il volo, la guerra, vista come uno spettro che ha segnato il destino del suo paese, la natura, rappresentata in maniera ambivalente, tanto nel suo splendore quanto nella cupezza del suo manifestarsi in maniera improvvisa e violenta (la stupenda scena dell'anzidetto terremoto, sottolineato dal sonoro e dai colori rossastri) – arrivano a fondersi ed amalgamarsi in un racconto solcato da pagine di cinema di struggente bellezza e magia, dove ogni elemento – personaggi secondari compresi e la musica del fidato Joe Hisaishi - si incastra alla perfezione.
Voto: 8,5 (v.o.s.).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Fabio,da un maestro cosi'...si puo' solo inchinarsi e conservare tutte le sue opere...grazie del bel commento...
Poi meglio ritirarsi con opere definitive come può essere questa piuttosto che fare come altri grandi autori (Woody Allen) che continuano, imperterriti, a rifare lo stesso film all'infinito, alcuni non brutti ma che però non aggiungono nulla al loro prestigio. Ciao
e' vero...tante' che io da tempo vado dicendo che Allen ha fatto un solo film ....diluito in tanti capitoli...alcuni riusciti,altri meno....salutone
Commenta