Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
"Le vent se lève!... il faut tenter de vivre."
(Paul Valérie, Le cimetière marin)
Al calare del sole, si alza il vento. Per l'ultima volta.
È una leggera brezza che invade l'anima e che ci svuota, lasciando un incolmabile senso di vuoto. Abbiamo preso parte all'ultimo grande volo e, tra le nuvole, abbiamo imparato a sognare, ancora una volta. Ora, sullo scorrere dei titoli di coda, si spengono definitivamente i riflettori.
È questo il saluto di Hayao Miyazaki che con Kaze Tachinu si mette a nudo, spogliando il suo cinema e consegnandoci la sua opera più intima e personale.
Nessun mondo incantato, nessuna città degli spiriti. Solo noi e un ultimo profondo e puro racconto.
Tratto da una storia vera, Kaze Tachinu narra la vita di Jir? Horikoshi, ingegnere aeronautico che progettò numerosi aerei che vennero poi impiegati durante il secondo conflitto mondiale.
La pellicola del maestro dell'animazione si sofferma principalmente sulla gioventù di Jir?, fino alla progettazione e al collaudo del leggendario Mitsubishi A6M. Al fianco di queste vicende, si accosta la storia d'amore tra il protagonista e Naoko Satomi, una giovane ragazza malata di tubercolosi che Horikoshi salvò anni prima del loro matrimonio, durante il grande terremoto del Kant? del 1923.
The Wind Rises (tradotto in italiano con Si alza il vento), come un soffio di vento leggero, spoglia Miyazaki e lo mette definitivamente a nudo di fronte al suo pubblico.
Nel Giappone (e nella Germania) che precede il secondo conflitto mondiale non c'è spazio né per la magia né per creature incantate capaci di dar vita a mondi paralleli. Il cinema di Miyazaki, questa volta, viene a confrontarsi con la realtà dei fatti, con la bellezza del mondo e anche con tutte le sue brutture. Sembra prorpio che il buon Hayao, per il suo ultimo film, abbia deciso di mostrarsi senza troppi filtri, consegnandoci la sua pellicola più intima e onesta proprio alla fine della sua carriera, o almeno alla fine di quella come regista cinematografico.
Il suo ultimo protagonista, d'altronde, si differenzia parecchio da quella lunga serie di personaggi straordinari che hanno colorato i suoi undici lungometraggi precedenti. Jir? Horikoshi è mostrato nella sua totalità, con i suoi pregi, i suoi difetti e i suoi vizi. È un essere umano a tutti gli effetti, capace di provare gioia e dolore ma, soprattutto, capace di provare risentimento nei confronti delle proprie azioni ("I feel regret because of my invention"). Jir? è anche il primo (a questo punto potremmo dire ultimo) personaggio di Miyazaki capace di amare veramente. Il legame amoroso, affrontato in maniera più realistica e "umana" (non che i film precedenti mancassero d'umanità, sia chiaro), diventa infatti uno dei motori principali della seconda metà della pellicola (a partire dal secondo incontro con Naoko all'Hotel Kusakaru). Il regista giapponese ci racconta un sentimento forte e autentico che, grazie alla sua maturità, ha la possibilità di confrontarsi anche con i drammi della vita stessa (la malattia di Naoko).
Kaze Tachinu mette in primo piano l'anima più pura del cinema di Hayao, quella disposta a fare i conti con il mondo vero e pronta a mettere in discussione le nostre stesse convinzioni, mostrandoci che anche dietro una macchina da distruzione come un aereo da guerra si possa nascondere la meraviglia.
Nonostante The Wind Rises debba fare i conti con con la realtà di un racconto biografico per buona parte della sua durata, non bisogna pensare che il re dell'animazione abbia deciso di chiudere definitivamente le porte della sua immaginazione. Nei sogni del giovane Jir?, infatti, il mondo di Hayao Miyazaki si apre totalmente, per un'ultima volta, sprigionando come non mai tutta la fantasia e l'incanto del suo cinema. Il sovrano dell'onirico, nonché principale fonte d'ispirazione per il protagonista, si mostra nelle sembianze di Giovanni Battista Caproni, uno dei più importanti ingegneri aeronautici dell'aviazione italiana. L'elegante ed estroverso personaggio avrà il compito di guidare Jir? all'interno dei suoi sogni, aiutandolo a dar sfogo alla propria immaginazione e alla propria creatività.
È proprio attraverso le parole del baffuto ingegner Caproni che Miyazaki giustifica la presa di posizione del protagonista (probabilmente assecondandola): "Do you prefer a world with pyramids, or with no pyramids? [...] A man's dream to fly will be considered a curse. Because the aircraft will become famous for killing and destruction. Despite this, i chose to have a pyramid in the world."
E nonostante i sogni siano destinati a finire, la magia di Kaze Tachinu, tra i disegni di Jir? e il volo di un aeroplano di cartone, rimarrà fino alla fine. Fino all'ultimo saluto.
Si alza il vento, ed è subito grande cinema d'animazione. Come non pensare, infatti, all'animazione stessa mentre seguiamo la matita di Jir? tracciare linee sul foglio; linee che, dando vita a complessi meccanismi, mettono in moto la fantasia del grande cineasta giapponese.Gli imponenti aerei dei sogni che si ergono sui prati come immense architetture ("like the Roman buildings") sono le ultime creature di Miyazaki che, nel momento in cui prendono il volo, ci riportano alla memoria tutte le grandi invenzioni del suo cinema.
Sbaglieremmo, però, a considerare la pellicola solo ed esclusivamente come l'opera riassuntiva di tutta la produzione del regista. Kaze Tachinu, rivolgendosi questa volta ad un pubblico formato principalmente da adulti, ha infatti la forza e il coraggio di guardare oltre, mostrandosi come un ulteriore passo in avanti nella carriera di Hayao. Amore, amicizia, pacifismo e antimilitarismo non mancano, ma questa volta lo sguardo del regista giapponese si fa più disincantato: nessuna volontà di consolare il pubblico, ma piuttosto l'intenzione di riportarlo a contatto con le cose reali, perché solo attraverso la realtà i sogni possono prendere forma.
È proprio attraverso questo nuovo atteggiamento che The Wind Rises mostra il suo significato più profondo; nelle parole e nelle immagini del finale, dove anche il dramma della guerra e la tragedia per la morte della persona amata riescono a dar vita ad un ultimo miraggio.
E per l'ultima volta, si alza il vento.
Con l'arrivo dei titoli di coda ci rendiamo inevitabilmente conto di aver preso parte all'ultimo spettacolo, e un grande senso di vuoto ci assale. Abbiamo vissuto l'incanto dell'ultimo racconto di Hayao Miyazaki e, nonostante l'assenza di castelli magici e di personaggi fantastici, abbiamo imparato a sognare ancora una volta.
Kaze Tachinu è un ultimo grande gesto d'amore. È il canto del cigno che conquista ancora una volta i nostri sguardi.
Non potevamo chiedere di più.
E nel lento scomparire di Jir?, tra i prati mossi dal vento, il Maestro ci propone la sua ultima illusione: chi stiamo osservando ora?
Il personaggio o il suo creatore?
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