Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
"Si alza il vento" è stato annunciato come l'ultimo film diretto da Hayao Miyazaki, anche se poi il maestro dell'animazione giapponese ci ha ripensato per l'ennesima volta e sta attualmente lavorando ad un nuovo film dal titolo internazionale "How do you live", di cui ancora si ignora la data di distribuzione. "Si alza il vento" è un film biografico su Jiro Horikoshi, ingegnere e progettista di aeroplani giapponese, una figura che a dire il vero non avevo mai sentito in precedenza. Per essere un bio-pic animato, il film funziona in maniera egregia, risultando decisamente più appassionante e bello da guardare rispetto alla maggior parte dei bio-pic con attori in carne ed ossa che si vedono sugli schermi negli ultimi anni. Si vede che il film è il prodotto di un lavoro meticoloso da parte del regista, che con l'avanzare degli anni è diventato sempre più perfezionista, e della sua troupe. Il racconto si snoda in maniera fluida, armoniosa, con una lieve impressione di prolissità che si avverte in qualche momento dove ci si concentra sulla parte professionale e su alcuni dettagli tecnici, mentre la parte "privata" è decisamente la più interessante e anche la più emozionante, con una densità melodrammatica che rende struggente l'amore di Jiro per la moglie malata di tubercolosi e una scena di "matrimonio a sorpresa" che resta fra le più belle che si siano viste nel cinema di animazione recente. Anche la qualità delle immagini è spesso spettacolare, con numerose sequenze che incantano l'occhio alla pari del suo capolavoro "La città incantata", e credo che rispetto ad altri suoi film come "Il mio vicino Totoro" questo possa essere considerato un ottimo esempio di animazione "adulta", con tematiche e soluzioni narrative e formali piuttosto distanti dagli anime pensati per un pubblico infantile. Fra le scene che più mi hanno colpito da menzionare assolutamente quelle del terremoto verso l'inizio, alcune visioni oniriche di Jiro e quella, raffinatissima, in cui Jiro corteggia Nahoko con un aeroplanino di carta che i due si scambiano e che Jiro a un certo punto, per recuperarlo da un tetto, rischia addirittura di cadere da un balcone (ma si tratta comunque di una biografia con aspetti di fiction, tratta da un romanzo del 1937 dello scrittore Tatsuo Hori). E non si può non ricordare anche stavolta le musiche sognanti di Joe Hisaishi, collaboratore fisso del regista. Forse Miyazaki poteva dare più spazio all'aspetto "politico" della vicenda, che rimane un po' sullo sfondo nonostante qualche tocco qua e là, ma in termini di spettacolo non me la sentirei di farglielo pesare troppo, anche se resto convinto che nel film si assista ad una versione un po' troppo idealizzata del personaggio.
voto 9/10
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