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Réalité

Regia di Quentin Dupieux vedi scheda film

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La recensione su Réalité

di mm40
8 stelle

Un uomo uccide un cinghiale e nelle sue viscere trova una videocassetta. La figlia, una bambina vivace, vuole vedere a ogni costo cosa contiene quella cassetta. Nel frattempo un cameraman propone a un produttore cinematografico la storia, a suo dire geniale, con cui vorrebbe debuttare alla regia. Il produttore gli dà tre giorni per trovare il dettaglio vincente, che ancora manca.

 

I film di Quentin Dupieux sono immani metafore: dell'esistenza, dell'illusione, del cinema; questo Réalité è interamente costruito attorno all'album di Philip Glass Music with changing parts (1970), qualcosa di meravigliosamente disturbante, alienante a dir poco. Cosa poteva venirne fuori, se non una pellicola magistrale e angosciante? Si noti peraltro che Dupieux è - forse maggiormente - noto anche in veste di dj/musicista, con l'alias Mr. Oizo; come Mr. Oizo aveva composto tutte le colonne sonore dei suo precedenti film e cedere il passo, sia pure a un Maestro come Glass, non dev'essere stata una scelta compiuta a cuor leggero: ma si è dimostrata senza dubbio vincente. Réalité è l'8 1/2 del cineasta francese, la sua personalissima versione del più classico sfogo-atto d'amore nei confronti del proprio mestiere, cioè della propria passione, cioè dei propri sogni e incubi. E il sogno è parte integrante della trama e si accavalla con il cinema stesso, entrando in una surreale spirale-mise en abyme fatta di fantasie, delirii, proiezioni, terrori, speranze e naturalmente, come vuole il titolo: realtà. Quale che essa sia, perchè la storia non offre mai alcuna certezza in materia, se non una: Reality è infatti il nome della bambina interpretata molto bene dalla piccola Kyla Kenedy. Fra gli altri nomi nel cast, tutti degni di nota: Alain Chabat, Jon Heder, John Glover, Jonathan Lambert e, in particine, compaiono anche due attori già visti in precedenti opere del regista, cioè Mark Burnham ed Eric Wareheim. Che Dupieux sia in stato di grazia lo sta dimostrando ormai da anni, quantomeno da Rubber (2007) in avanti; ad avvalorare tale tesi basti pensare che nelle sue pellicole si occupa anche del montaggio e della fotografia, oltre a scriverle interamente da solo. 8,5/10.

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