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Réalité

Regia di Quentin Dupieux vedi scheda film

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La recensione su Réalité

di alan smithee
6 stelle

locandina

Réalité (2014): locandina

REALITE' segna il ritorno sul grande schermo di un autore bizzarro, geniale a fasi alterne, difficile da valutare e comunque pur sempre interessante: Réalité ritrova il terribile regista francese Quentin Dupieux, quello che ci ha esaltato con l'esilarante fumettistico Wrong, deluso con lo scontato Wrong Cops, divertito con il folle e cinefilo Rubber.

Réalité ci parla di cinema nel cinema, di scatole cinesi in cui ci si addentra nel seguire le vicissitudini di un mite cameraman che coltiva da tempo il sogno di dirigere un film horror, ma è incapace di discernere la realtà dalla finzione, la trama del film che ha in mente dalle difficoltà che l'uomo incontra nel cercare di persuadere uno scaltro e disonesto produttore a finanziargli il progetto; senza contare che il suo personaggio ad un certo punto si sdoppia con un effetto quasi lynchano, complicando lo sviluppo di una matassa di situazioni che si ingarbugliano tra di loro senza riuscire (magari scientemente) ad amalgamarsi. Alan Chabat.

Aria da eterno cane bastonato, mite sino al vittimismo, l'attore francese risulta un protagonista non proprio azzeccato, non fosse che per quel suo aspetto da uomo qualunque che lo rende un personaggio indecifrabile e sospeso, difficile da valutare. Réalité è forse il film della maturità di Dupieux, ma non ci convince ancora appieno e ci pare distante dalle esilaranti trovate dell'incontenibile e per ora irraggiungibile Wrong.

Tuttavia Réalité è un film sul cinema e sulla vita, sulle connessioni che due lati così opposti e antitetici di intendere l'esistenza possono avere, fino a confondersi l'uno con l'altro. In questo senso l'ultima opera di Dupieux chiude, chissà se volutamente o per pura fatalità, un cerchio ideale aperto proprio con il mediometraggio d'esordio dell'autore, ovvero con Nonfilm, proprio laddove iniziava l'epopea dell'assurdo e della commistione tra realtà e fiction, circostanza ideale o necessaria per dare un senso ad esistenze sconvolte da stress e ritmi di vita difficilmente sostenibili.

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