Regia di Eduardo Tartaglia vedi scheda film
In fondo parliamo di teatro filmato. Il regista, sceneggiatore e interprete Eduardo Tartaglia non fa altro che imbellettare drammaturgicamente, con riferimenti alla cronaca degli assalti dei pirati nelle acque africane, la convivenza forzata di un gruppo eterogeneo di persone sequestrato dai malviventi, personaggi che per lui sono archetipi (un po’ come quelli delle barzellette) della nostra Italia (occhio alle maiuscole presenti nel pressbook del film): un Professore (Francesco Pannofino), e un’Assistente Universitaria (Giorgia Surina, l’unica in quota Nord: tutti gli altri sono partenopei), un Marittimo (Eduardo Tartaglia) e una Parrucchiera (Veronica Mazza). Chiaramente la storia del sequestro è per Tartaglia solo un pretesto e quindi non può certo scandalizzare la finta ambientazione africana con due scimmiette o un pappagallo messi a bella posta. O con i pirati che parlano con accento latinoamericano perché la pellicola è stata girata a Cuba. Il problema del film, in cui gli attori fanno quello che possono (anche gigioneggiare), risiede invece nella scrittura che, proprio per il contrasto realista della storia, appare paradossale con un tono spesso drammatico o malinconico poco credibile. I dialoghi sono bulimici e al servizio dei tic, ripetuti, di Tartaglia che, giunto al quarto film, ha uno zoccolo duro di fan in Campania. Evidentemente l’unico a cui sembra rivolgersi (lo testimonia la lunga scena in cui anche in Africa cantano Peppino Di Capri perché «è mondiale»).
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