Regia di Giacomo Campiotti vedi scheda film
Russia, inizio XX secolo. Il padre del giovane Yury si suicida; Yury va a vivere presso gli zii e si innamora della cugina Tonya. Ma sono in arrivo grandi sconvolgimenti storici: la prima guerra mondiale e la rivoluzione russa.
"Piccolo kolossal" può ragionevolmente sembrare un paradosso, ma Zivago merita tale definizione: trattasi pur sempre di un lavoro espressamente realizzato per la televisione (sponda Mediaset, in Italia), ma altrettanto frutto di una coproduzione internazionale di buon livello che non ha lesinato sul budget - e i risultati in effetti si vedono bene. Una costruzione narrativa un po' macchinosa è forse l'unico residuo rintracciabile nella pellicola che richiami la destinazione presso il piccolo schermo; d'altronde Zivago è confezionato in forma prettamente cinematografica per quanto riguarda regia, scene, luci, costumi, musiche e quant'altro. Giacomo Campiotti è nel 2002 ancora un nome emergente, autore di qualche pellicola per il grande schermo passata non inosservata, ma quasi; qui, senza strafare, porta a casa il risultato minimo utile. Nel cast fioccano i nomi degni di nota, da Keira Knightley a Sam Neill, da Hans Matheson a Bill Paterson, da Kris Marshall a Celia Imre, con una parte anche per il nostro Daniele Liotti; altri due elementi italiani di spicco compaiono alle voci colonna sonora (Ludovico Einaudi) e fotografia (Blasco Giurato). Il testo di partenza - il romanzo di Boris Pasternak Il dottor Zivago - è abbastanza ampio da risultare qui riassunto, ma quattro ore, divise in due parti per la doppia messa in onda su due differenti serate, sono comunque una durata importante. 5/10.
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