Regia di Maurizio Nichetti vedi scheda film
Colombo (Maurizio Nichetti) è un ingegnere laureato chevive in un chiassoso palazzo provinciale. Dopo aver subito l'ennesima snobbata, durante un colloquio di lavoro, viene rimandato a casa, dove scopriamo la sua persona. Egli è anche un brillante genio dell'informatica, tanto da aver creato un marchingegno che gli prepara la colazione la mattina, ma questo è altro. Durante la sua routine viene sorpreso da un'improvvisa chiamata: Il Boss (Roland Topor), capo di un vertice internazionale è colto da un malore e necessita di un semplice bicchier d'acqua. Ironia vuole che, dopo aver subito le peggio cose, Colombo venga ripagato.
Un buon esordio quello del regista. Partendo da un cortometraggio, Nichetti realizza una commedia che elogia il cinema muto, in particolare il protagonista, incentrata su due particolari critiche sociali: il problema dei laureati e il mondo che vi è al di fuori. Il protagonista si ritrova a competere non solo con sè stesso, ma soprattutto con la gente che lo circonda. Persino la ragazza degli stracci, interpretata da una giovanissima Angela Finocchiaro risalta una possibile speranza, che riesca a sopprimere quella leggera depressione del protagonista, portandolo ad un momento di felicità, rappresentato in maniera infantile ma efficace. A dar vita al film è la comicità: essa è divisa in urla e slapstick. Probabilmente qui pecca qualcosa per quanto riguarda l'intero film, ma essendo giustificato, lo slapstick si rivela più divertente del solito. D'altronde, questa è la prima opera di Nichetti e già i primi venti minuti possono darci una visione generale della trama.
Opera bozzettiana citazionista ed elogista.
8.
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