Regia di Maurizio Nichetti vedi scheda film
Un film fumettistico e bozzettistico nel senso di Bruno. L’esordio di Maurizio Nichetti alla regia è un piccolo saggio sull’alienazione contemporanea. Per capire la tragedia bisogna usare l’arma del paradosso per mettere a nudo quanto siamo alienati. La ricerca del lavoro diventa, come le sue incomprensibili regole selettive per i lavori seri, mortificante per le nostre qualità. Alla fine ci dobbiamo accontentare di un lavoro assurdo con mansioni assurde, ieri un bar in periferia, oggi un call-center. Quando poi il paradosso si fa beffe di sé stesso e un bicchiere d’acqua corretto diventa una pozione miracolosa nel vero senso della parola, la fortuna non può durare e ti ritrovi anche senza quel misero lavoro senza parole e senza soldi. La ricerca dell’amore è difficile per chi è timido, per chi non riesce a farsi avanti, per chi ha bisogno di un supporto tecnologico per entrare in contatto con le persone, ieri un robot a immagine e somiglianza oggi facebook e simili. Quando si capisce chi potrebbe essere la vera anima gemella è tardi il film finisce e noi possiamo solo immaginare il resto. Nella parte centrale Nichetti da sfogo alla sua comicità muta e surreale insieme a un gruppo di amici con cui condivide la passione dell’arte di strada. Il film qui diventa un cartone animato dove il dilettantismo catastrofico del gruppo diventa la tragicomica rappresentazione di un mondo geniale e incompreso. Cinema quasi muto che ha molto da dire sull’Italia di ieri e su quella di oggi che ci fa scoprire un regista che non ha avuto lo spazio che meritava per esprimere il suo talento.
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