Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
Il film di Kore-eda pare abbia più significati ma quello che mi preme di più è capire il suo schieramento politico. Perchè c'è e sembra volersi aggraziare l'occidente, criticare il suo paese patriarcale e allo stesso tempo il contrario di tutto! Anche perchè il concetto, o meglio, il modo di "vivere" la famiglia in occidente è totalmente differente da quello giapponese. Vuole distruggere le "basi" lasciando ai "vecchi" opinioni e pensieri come - è questione di sangue, di dna - mentre il finale ci mostra il contrario. Eppure la moglie sottolinea - non tutti sono capaci - riferendosi al figlio che non ne vuole sapere di "diventare" bravo al pianoforte, come suo padre lo è nel lavoro. Dimenticando però che questo non accade perchè , in fondo, non è il suo vero figlio! Quindi giustificata la non capacità. Al contrario, quello vero è oramai "compromesso" perchè cresciuto con una famiglia "povera" che bada più ai rapporti. Contraddittorio, come lo è il Giappone. Un paese dove si vive per lavorare e il materialismo è religione come e quanto l'estetica. Il personaggio principale rappresenta tutto questo ed è qui che il film sembra più riuscito: "il tempo".
Un film godibile, ben interpretato, tutto calcolato anche nelle delicate sonorità al pianoforte che partono e finiscono dove uno se lo aspetta.
E' un regista umanistico ma per carità, non paragonatelo a Ozu: altri tempi, altro cinema, altro contesto sociale, altro livello!
Kore-eda sembra avere uno sguardo, a volte, freddo, distaccato e gelido che ricorda Gus Van Sant ed è per questo che il suo capolavoro resta Nessuno lo sa, agghiacciante, struggente, terrificante. Il suo successo mondiale rischia di appannarlo. Maborosi e Wonderful Life sono lontanissimi!
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