Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
Father and Son è un film giapponese del 2013, scritto,diretto e montato da Hirozaku Kooreda, tra gli autori più importanti (ma clamorosamente sconosciuto al pubblico italiano) del moderno cinema giapponese; l'opera si aggiudicò il premio della giuria durante la 66 edizione del Festival di Cannes, Steven Spielberg (presidente della giura in quell'edizione) rimase talmente colpito dal film dell'autore nipponico a tal punto da comprare i diritti con la sua Dreamworks per un futuro remake americano................
Sinossi:La famiglia Nonomiya, capitanata dal giovane Ryota- salaryman in forte ascesa- è apparentemente felice ma la tranquillità famliare verrà brutalmente interrrota da una notizia sconvolgente; il loro piccolo Keita (6 anni) in realtà non è loro figlio, subito dopo la nascita 2 bimbi sono stati scambiati dalle rispettive culle...
Kooreda ancora una volta realizza un film toccante ed elegante allo stesso tempo, omaggiando da un punto di vista stilistico e contenutistico il suo principale punto di riferimento:il grande maestro Yasujiro Ozu.
Il regista è bravissimo (come sempre) a mediare tra la sensibilità necessaria per raccontare un dramma famliare e la volontà di mostrare stereotipi e luoghi comuni del Giappone, il tutto senza voler mai giudicare ed esperiemre valutazioni morali; Ryota è un uomo determinato, molto competitivo,per lui il lavoro è tutto però vorrebbe trasmettere questi valori al giovanissimo figlio, quindi ritroviamo la competizione dannosa che investe i giapponesi fin da piccoli, privandoli dell'infanzia.
Tuttavia Ryota (intrepretato magistralmente da Masaharu Fukuyama, immensa anche la prova di Lily Franky) subirà una lentissima trasformazione arrivando ad affrontare un tema tipico del cinema di Kooreda (e di Ozu) ossia la catarsi: Ryota si libererà dai gravi conflitti interiori ( il pessimo rapporto con il padre per via .........) tramite la rievocazione degli eventi responsabili.
Oltre alla catarsi ed al conflitto/rapporto con il padre e poi con i due bambini (relazioni documentate ancora una volta con una sensibilità e delicatezza unica) impossibile non citare le varie riunioni familiari (che resero grande Ozu) momenti fondamentali per la crescita ulteriore del giovane salaryman inoltre troviamo ancora lo stilemma della memoria (altro elemento imprescindibile di Kooreda) dal quale è impossibile liberarsi e serve con un ulteriore bagaglio di crescita.
Da un punto di vista tecnico stilistico il lavoro svolto dall'autore è semplicemtne sublime, salta subito all'occhio un uso epsressivo del paesaggio, vero e prorpio schermo riflettente dei sentimenti dei personaggi; la fotografia è morbidissia, ogni inquadratura sembra un quadro pittorico.
La regia è sublime, ad esempio impossibile non citare il susseguirsi di carrellate (nel finale) padre/figlio, scena incredibilmente emozionate inoltre è possibile evidenziare un preciso posizionamento della macchina da presa, sempre molto bassa (posizione tatami) e lontana dall'azione (pochissimi primi piani, aspetto che ho notato grazie al suggeriemnto del professor Tomasi).
Favolosa anche la colonna sonora (firmata da Shin Yasui) dove si privileggia l'uso del pianoforte (ottimo anche l'intero cast).
Father and Son non è solamente un film grandioso bensì è un'esperienza unica, in grado di far capire l'importanza della famiglia
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