Regia di François Ozon vedi scheda film
Una diciasettenne senza problemi - o forse ne ha di grandi - inizia a prostituirsi apparentemente senza motivo, e continua finché non si caccia in un guaio. Paura di lei, sdegno di genitori e parenti, e basta immediatamente. Ma i problemi alla base non sono con questo risolti, e curare solo gli effetti serve a poco.
E' stata una piacevole sorpresa questo film, che fin dalle prime scene ho riscontrato come sia ben diretto. E' la fotografia il più possibile sincera e realistica di una ragazza moderna e di una famiglia moderna come tante. Infatti, tocca un argomento scabroso ma tristemente attuale, cioè la prostituzione minorile volontaria, tramite internet, da parte di adolescenti alle quali non mancano i soldi (quelli necessari, almeno) e le cui famiglie non sono per certi versi disagiate.
Per certi no, ma per altri sì. La famiglia della protagonista di questa pellicola, infatti, è costituita da sua madre risposata con un uomo a sua volta divorziato. Il fratello non si sa se sia a sua volta figlio della ex moglie di lui, o figlio di entrambi. Se Isabelle non ha bisogno di soldi, se non viene picchiata dal patrigno, se non vive in una stamberga con la madre alcolizzata, perché dunque si prostituisce? Il film non fornisce risposte chiare, ma pure allude alla mancanza del padre della ragazza, risposato e residente da qualche parte in Italia, che si fa vivo solo per Natale e i compleanni con regali fatti solo per scaricarsi la coscienza. Il padre, dunque, non c'è, e comunque le viene negato e denigrato dalla madre, quando la figlia avrebbe disperato bisogno di lui. La sua drammatica assenza è certamente tra le cause del disagio della ragazza, la quale forse è solo alla ricerca di un qualche modo per provare il proprio valore e per sentirsi desiderata, benché col sistema peggiore possibile. La madre, dal canto suo, è cieca quando si lamenta di averle dato tutto, e che nonostante questo la figlia... Tutto tranne il padre, appunto. Per di più il patrigno è un omuncolo banale e superficiale, senza spina dorsale, al quale in fondo non importa di lei; non è troppo scioccato dalla triste scoperta della prostituzione, ed è attratto sessualmente dalla figliastra praticamente come i clienti, per i quali usa quasi accenti di comprensione. Pure lo psicologo, benché con i suoi bei modi raffinati e apparentemente disapprovanti, sotto sotto strizza l'occhio agli uomini che la usavano e al mercimonio delle adolescenti prostitute in generale.
La pellicola apre uno squarcio anche sulla "prima volta" di tante ragazze, le quali, più che per desiderio e a volte senza di esso, lo fanno perché si ritengono in debito di farlo, con ragazzi che poi magari neppure le salutano. Ho trovato interessante anche l'annotazione che quando Isabelle tenta di tornare ad una vita normale e a mettersi con un ragazzo, non è più capace di amare, o forse non si sente degna di essere amata.
Tutti i personaggi mi sono sembrati molto realistici e perfettamente credibili, anche quelli secondari. Il regista, poi, non ammicca al pubblico con le facili blandizie dell'erotismo e dell'esaltazione della protagonista; e poi non rappresenta gli avvenimenti con compiacimento cinico, o con connivenza verso ciò che si vede di male. Nonostante la ragazza sia spesso nuda e sia bella, come ho detto sopra, mi pare che di erotismo non ve ne sia un briciolo. Altri hanno parlato di sesso gelido, e forse è una definizione azzeccata.
In generale, lo definirei un ritratto sincero e addolorato di una fetta di mondo moderno, e di una ragazza che il regista guarda in fondo con compassione e forse vorrebbe aiutare; nessuna compassione, invece, per i genitori e per altri adulti.
Infine, dal finale era lecito attendersi qualcosa di più; è come un colpo sferrato in aria quando si desiderava colpire qualcosa. Ma il film è ampiamente promosso.
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