Regia di Kiyoshi Kurosawa vedi scheda film
Atsumi, disegnatrice di manga, è in coma in seguito ad un tentato suicidio ed il fidanzato Koichi, disperato, decide di partecipare ad un programma medico sperimentale che gli permette di entrare in contatto con la mente di lei per provare a risvegliarla. Nel subconscio della ragazza Koichi entra in un mondo in bilico tra il ricordo della loro vita reale e un universo onirico e fantastico creato dall'inconscio, in cui appaiono i cadaveri della vittime del manga horror “Roomi” di cui la ragazza è autrice, oltre che inquietanti “philosophical zombies”, e circondato da una fitta coltre di nebbia. Il manga è un elemento centrale della storia: Koichi incontra Atsumi sempre seduta al suo tavolo di lavoro ed intenta a disegnare, e il manga stesso si scoprirà contenere misteriose allusioni al loro passato. Per Koichi i confini tra realtà e allucinazione diventano labili e, anche in quella che il giovane crede essere la sua vera vita, gli appaiono misteriose visioni (soprattutto quella di un ragazzino in costume da bagno), finché ad un certo punto scopriremo che le parti sono invertite: chi credevamo cosciente è incosciente e ciò che credevamo realtà era coma. La soluzione del mistero è legata ad un drammatico episodio della loro infanzia, sulla verde isola di Hikone, deturpata da un progetto edilizio turistico, ed alla riscoperta del significato del disegno di un animale preistorico, il plesiosauro. Altro elemento centrale che ricorre in tutto il film è l'acqua: quella della diga da cui la ragazza si sarebbe gettata, delle stanze allagate in cui Koichi la trova in lacrime, passando per il ragazzino fradicio in costume da bagno che lo ossessiona, per il mare che circonda l'isola,per il viaggio in barca verso l'aldilà e per il mostro marino preistorico: nel finale scopriremo che proprio in acqua si consuma la tragedia che è all'origine di tutto. Solo affrontando questo antico dramma, solo apparentemente rimosso, si potrà sciogliere il trauma che intrappola nel coma e impedisce il ritorno alla vita.
In questo film, paradossalmente intitolato “Real”, nulla è reale e quasi l'intera storia si svolge nel subconscio di qualcuno. Kyoshi Kurosawa si sbizzarrisce a mischiare le carte tra realtà e fantasia e a creare, con notevole originalità e maestria, un mondo onirico e fantastico (con incursioni nell'horror) popolato da apparizioni spaventose e raccapriccianti, da mostri marini preistorici, con panorami urbani che si dissolvono in una tavolozza di colori, stanze inondate, coltri di nebbia impenetrabili al di là delle quali si sbuca sulla verde isola dell'infanzia.
Senza dimenticare che il film è anche e soprattutto una storia d'amore: il fortissimo legame tra Koichi e Atsumi, entrambi disposti a tutto per poter riportare in vita l'amato/a, è la forza trainante e risolutiva: solo affrontando insieme il trauma e il plesiosauro che lo simboleggia la coppia riesce a vincerlo e superarlo.
Notevole l'uso degli effetti speciali per la creazione del plesiosauro, che non ha nulla da invidiare ai film hollywoodiani.
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