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Prisoners

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Prisoners

di amandagriss
8 stelle

“Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannìa degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti.........”  
(Ezechiele 25:17)

 
Chi sono oggi gli eroi? Non più i semidei come la mitologia greca ce li ha fatti conoscere, capaci di gesti prodigiosi e detentori di meriti eccezionali, o soldati in battaglia, come la storia ci insegna, distintisi per il loro coraggio nell’aver compiuto azioni straordinarie. O tutti coloro che da sempre lottano strenuamente per la difesa di un nobile ideale, assolutamente consapevoli di rimetterci la pelle. Oggi gli eroi sono per lo più persone comuni, gente anonima, che si confonde nella massa, che vive defilata, che rifugge la gloria, onori e riconoscimenti ufficiali; sono uomini perbene che difficilmente passeranno alla storia per aver sposato una determinata causa avendoci investito tutto se stessi, le proprie energie e le proprie risorse, costretti a farlo non per vocazione ma per necessità, sopravvivenza, dovere morale.
 
“…e fosti tu, Giuseppe, un reduce del passato, falegname per forza, padre per professione.....” *
 
Gli eroi di oggi sono quella esigua parte di umanità ‘buona giusta ed integra’, che conserva in sé ancora un forte spirito di abnegazione, che ‘non lascia correre’, che respinge l’inerzia, che non s’adegua al dilagante sentimento dell’apatìa, che non si rassegna nemmeno quando tutto il resto del mondo ha già deposto le armi o non le ha mai imbracciate. Gli eroi di oggi sono dei guerrieri moderni che combattono la spietata guerra del pattume quotidiano, in una realtà annichilente che impassibile spezza le vite, le ruba, le nega, le schiavizza perché le rende prigioniere delle proprie esperienze traumatiche così devastanti da lasciare segni indelebili. Irrimediabili. Sono dei visionari, che ascoltano e vedono cose che gli altri attorno non sentono e non vedono. Sono dei ‘fissati’, degli ‘ossessionati’, dei ‘paranoici’. Lungimiranti, si preparano al peggio stando costantemente in allerta. Nessuno li ascolta, nessuno è disposto a credere alle loro farneticazioni, a dargli fiducia, ad affiancarli nella propria personale ricerca (svelamento) della verità, che giace nascosta soverchiata da cumuli di luoghi comuni, preconcetti vaghi e stantii, sterili gesti di solidarietà, ostruzionismo ottuso e ottundente. Verità sulla buona strada per essere dimenticata, e al più presto, rimossa, cancellata. Mai esistita. Ma questi eroi moderni, imperterriti e cocciuti, continuano a rincorrerla la loro verità, inerpicandosi su sentieri in salita, ingarbugliati, contorti, pericolosamente accidentati, paurosamente insidiosi, dove mettere un piede in fallo può significare la fine di tutto. Il loro è un percorso compiuto in solitaria, in preda alla disperazione e allo scoramento più totali. Portano sulle spalle il peso di un’impresa titanica, forse inutile. Che include scelte terribili, probabilmente sbagliate, con cui dover fare i conti per il resto dei propri giorni. Spalle larghe e forti  in grado di sostenere anche la fragilità e le debolezze altrui, di chi in loro ha sempre trovato conforto e protezione dalle brutture del mondo, al punto di arrivare a credere di essere immuni dal dolore dilaniante di una perdita senza ragione. Questi nuovi eroi non arrestano la loro “folle corsa”. La fede  in ciò in cui più credono li sostiene, li illumina, li guida; non gli permette di esitare, di desistere, nemmeno per un secondo. Di arrendersi e lasciarsi travolgere dal flusso senza senso degli eventi.
 
“Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità, di verità…
…ricorda, Signore, questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti.
Come una svista
come un’anomalìa
come una distrazione
come un dovere” **
 
(Fabrizio De Andrè     * “L’infanzia di Maria” 
                               ** “Smisurata Preghiera”)

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