Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
La grigia provincia americana è quella dei cacciatori "devoti", dei poliziotti "massicci e incazzati",di famigliole "al quadrato" a tavola per il "ringraziamento"." Prisoners" si presenta cosi': in modo accogliente,d'un formalismo piccolo-borghese che imbeve ogni famiglia.Nella grigia e piovosa provincia accade pero' un drammatico evento che scardinera' ogni convenzione.
"Prega per il meglio,preparati al peggio" dice Hugh Jackman al figliuolo all'inizio del film.
E il peggio inevitabilmente piomba,sotto il cielo plumbeo che innesca una vicenda serrata,angosciante e colma di mistero.
" Prisoners" è una delle piu' belle sorprese di quest'ultimo autunno cinematografico,("Zaloniano" sino all'osso) riportandoci alle storie "vere",narrate in modo sinergico e accattivante.
Il regista Denis Villeneuve muove la telecamera "abbracciando" i personaggi,scavandone nella profondita' emozionale,catturandone le ire di Keller/Jackman o gli "scazzi" dello sbirro Gyllenhaal.Ottima la scelta d'inframmezzare la vicenda con dissolvenze in nero che "spezzano" i tumulti,dissezionando abilmente ogni filo logico.Un qualcosa di meticolosamente "studiato",che aggiunge un ulteriore aura d'inquietante mistero alla vicenda.
Vi è un corollario di riprese forti ed energiche,angoscianti nello "spiare" un infanzia che viene violata,catturata e nascosta chissa' dove.
Siamo dalle parti del thriller nudo e puro,abbandonato piacevolmente ad una narrazione ricca,strutturata su piu' livelli.
Il pregio maggiore di " Prisoners" è nel lasciare spazio alla strutturazione, traslata sui personaggi che godono di "spazi" filmici,ripresi nelle umane fragilita' e debolezze.Si va dalla personalita' iraconda e istintiva in Jackman, a quellatosta e mai arrendevole di Gyllenhaal, che nei panni del poliziotto risulta molto convincente,addirittura una spanna al di sopra del collega Jackman,(molto sopra le righe).
Villeneuve compone un quadro angosciante,riponendo il filo della vicenda nel presunto rapimento/assassinio di due bimbe.
Tutto cio' scoperchia una verita' scomoda annidata nel piccolo "villaggio".Una psicosi che si nasconde in case umili e dimesse,di donne diaboliche come la straordinaria Melissa Leo.
Un dipinto di paure e nevrosi esistenziali,che anche nella fervida devozione trova un lato istintivo ed animale,pronto a distruggere ogni cosa.
Keller (Jackman) è un padre disperato,devoto sino all'osso,ma dietro la facciata "perbene" riposa un passato tragico,ferite umane che riemergono,che spazzano via ogni convenzione o convinzione religiosa.
Dietro la patina di robusto thriller pregno di egregio "classicismo","Prisoners" gode d'un innervatura sociale molto marcata.La regia di Villeneuve oltre a trasmettere palpitazione nelle riprese che "avvicinano" a passi lenti le vittime,ha un taglio narrativo molto pregevole, sottolineante la "nevrosi collettiva" riposta in ogni singolo.
Tutto cio' è latente,esplode solo nei momenti estremi,dall'ira di Jackman,al lavoro ossessivo di Gyllenhaal,e nella pericolosa psicosi di Melissa Leo.Va rimarcato l'ottimo lavoro registico su di un ottimo cast,dai protagonisti ai comprimari dove primeggia il bravissimo Paul Bano,un "bambinone" imprigionato e torturato,vittima d'un "inconsapevole" colpevolezza.
" Prisoners" appartiene ad una categoria filmica sempre godibile nella suggestione e nell'inquietudine che trasmette,merito dell'ottima regia di Villeneuve,un regista molto promettente,che con quest'ultima fatica dimostra un abile sapienza nel mestiere.
Tutto è dosato nel punto giusto,nella regia,nella scrittura e nelle interpretazioni,che puntano dritto al sodo,e cioè far godere lo spettatore di pellicole che purtroppo divengono sempre piu' rare.
Un film come "Prisoners" rappresenta (almeno per me) il miglior thriller di questa stagione cinematografica,una di quelle "perle" assolutamente imperdibili.......
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