Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Ogni volta che vedo questo bellissimo noir (in sostanza primo grande film di Stanley Kubrick) rimango affascinato dalla sua realizzazione. Luci, ombre e sguardi, nonchè carrellate negli ambienti interni danno il sapore di un noir d'altri tempi, con scene veramente indimenticabili: le mie preferite rimangono la morte di George Peatty (Elisha Cook dal volto insanguinato che cade a terra trascinandosi la gabbia del pappagallo), l'immagine della valigia "abbandonata" sul nastro trasportatore dell'aereoporto (chiaramente si intende che Johnny non la riavrà mai più) e il desolante finale, con i due poliziotti che, pistola alla mano, si fanno incontro ai protagonisti (non serve aggiungere altro).
La caratterizzazione dei personaggi è, al solito, precisa e completa: tutti i compici di Johnny non sono assassini o malviventi, ma persone senza via d'uscita; mai tradirebbero il loro capo. Il piano sembra perfetto e gli imprevisti, grazie ad una sceneggiatura originale e argùta, arrivano sempre di sorpresa e non passano mai inosservati, sembra che l'immagine li sottolinei (il poliziotto che scopre Johnny uscire dalla porta all'ippodromo, la valigia che, difettosa, non si chiude a chiave, e, ovviamente, il cagnolino dell'aereoporto).
Stanley Kubrick, grazie a narratore esterno e messa in scena meticolosa in quanto a orari e ambienti, celebra alcuni temi che saranno dominanti nella sua carriera: l'importanza della "visione", attraverso una struttura di molto in anticipo sui tempi e la pochezza della vita dedicata al denaro, anche se non vi riesce come in futuro (Barry Lyndon soprattutto).
3 e mezzo / 5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta