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Rapina a mano armata

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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La recensione su Rapina a mano armata

di Kurtisonic
8 stelle

"C'è qualcosa di marcio in ognuno di loro...". Così definisce i suoi complici, Johnny Clay, ideatore di una rapina all'ippodromo. Naturalmente c'è anche qualcosa di umano che muove tutti i personaggi, ma in Rapina a mano armata le singole vicende resteranno molto delimitate a favore di una messinscena spettacolare che sarà definita come innovativa. Kubrick lavora sull'atmosfera rendendola palpitante e dai ritmi serrati, se già dall'inizio usa una narrazione non propriamente lineare, pur non rappresentando una novità, descrive in pochi ambienti il nocciolo del film, sottoforma di un vero e proprio sfondo sociale. La rappresentazione dell'ippodromo, dell'attesa per la corsa, la corsa stessa dei cavalli con la voce fuoricampo che commenta, i dialoghi taglienti, l'uso sincronizzato e calcolato delle luci con i volti tesi degli attori, fanno di questo film un vero e proprio manifesto riuscito dell'epoca. Rapina a mano armata esplode nella sua grandezza nella seconda parte, quella della rapina. Kubrick ripropone la stessa scena da punti di vista differenti, misura gli effetti, osserva le dinamiche comportamentali dei rapinatori e la visione diventa appassionante. Cambiano i punti di vista, le angolazioni di ripresa, lo sguardo dello spettatore viene catturato anche se non è portato a immedesimarsi in nessuno. Eppure la storia, anche secondo il regista, non è un granchè interessante, ma Kubrick ha la capacità di coinvolgere e di emozionare il pubblico,non perchè lo costringe a prendere posizione, ma immergendolo nella messinscena. Il regista introduce una visione cinematograficamente più ampia e solida senza confinarsi nell'autorialità nuda e cruda. Rapina amano armata resta una pellicola del 1956, con un linguaggio attuale e postmoderno, che ancora oggi vanta numerosi tentativi di imitazione. 

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