Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Rispetto al precedente film noir di Kubrick, "Il bacio dell'assassino", qui c'è un grosso salto qualitativo: la struttura a incastri narrativi (che influenzerà anche Tarantino, soprattutto per "Le iene") è molto più originale e incisiva, i personaggi sono ritratti con mano sicura, il ritmo e la suspense sono organizzati in un crescendo magistrale, grazie anche alla proficua collaborazione in sceneggiatura di Jim Thompson, uno dei migliori giallisti americani del secondo dopoguerra. Soprattutto, c'è una messa in scena già degna di un maestro, con piani sequenza e carrellate vertiginose (questi movimenti di macchina torneranno in maniera spettacolare in molte opere successive di Kubrick, forse come omaggio a un altro virtuoso del travelling, ossia Max Ophuls). Da collocare fra i migliori "hold-up movies" (film di rapina) della Storia del Cinema. All'epoca i critici della Nouvelle Vague, fra cui Godard, lo scambiarono per un esercizio di stile, ma il tempo li ha ampiamente smentiti. Il finale, con i dollari che volano trasportati dal vento, ha il sapore di un'amara beffa del destino e chiude in maniera coerente la vicenda (ricorda sicuramente la conclusione del Tesoro della Sierra Madre di Huston). Perfettamente centrato Sterling Hayden (già protagonista di Giungla d'asfalto, e forse la sua presenza è anche un omaggio a quel film) in mezzo a una colorita galleria di caratteristi, fra cui sono da citare almeno Elisha Cook jr e Coleen Gray. Per quanto ammirato da personalità come Orson Welles, il film fu un fiasco al botteghino e non fu riconosciuto all'epoca per il suo giusto valore, lasciando l'impressione che Kubrick non potesse liberarsi da questo tipo di produzioni di serie B, quando invece la pellicola dimostra già chiaramente la sua portata innovativa e la potenza di molte invenzioni registiche, che annunciano l'arrivo di un genio indiscusso del cinema.
Voto 9/10
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