Regia di Gene Fowler Jr. vedi scheda film
La storia di Ho sposato un mostro venuto dallo spazio regge bene l'impianto di suspense e tensione narrativa, utilizzando l'artificio di mostrare fin da subito il cosa (gli alieni) ma non il perché (il motivo dell'invasione subdola). Dunque con il procedere del plot l'accumulo di terrore raggiunge lo zenit con la dichiarazione/confessione del marito impostore, lanciando sul tavolo delle emozioni una malinconica e triste interpretazione del dramma sci-fi. L'orrore e l'angoscia sul doppio binario psicologico-sociale (l'istituzione del matrimonio in ottica femminile) ed action (effetti speciali di livello) incorniciano un affresco noto (la provincia americana e le sue irresistibili caratteristiche da attaccare) e seppur concedendosi un finale consolatorio dove l'individuo comune vince l'accerchiamento del 'male', gli autori cercano le ragioni di questo male e lo 'umanizzano'. Così se la loro fine è terribilmente splatter, gli abitanti di Andromeda in cerca di vita nel buio e vuoto universo (concetto meravigliosamente angosciante), non 'perdono' ma disperatamente e tristemente continuano a vagare nel cosmo alla ricerca della salvezza. Noi uomini ci siamo salvati, abbiamo vinto e quindi?
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