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Rancho Notorius

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Rancho Notorius

di luca826
8 stelle

VOTO 8 VIOLENTO (Tv Febbraio 2012) Uno dei classici 'dimenticati' di Lang. Navigando nel cuore dell'immaginario americano, il regista tedesco affronta di petto il genere western, perfetto per la trasposizione della sua poetica sugli incroci del destino e l'intima involuzione morale in agguato in ogni uomo. La vendetta e la violenza (il possibile linciaggio, l'omicidio iniziale...) sono i temi del film e della ballata, infatti il testo della canzone (di facile comprensione essendo ben pronunciato, ma Chuck-a-luck in italiano suona malissimo!), ha un ruolo narrante fondamentale, accompagnando il personaggio principale (tipico eroe langhiano), in un'odissea di odio e forse (?) di redenzione. Ma il mondo non perdona e non è stato perdonato, così l'happy end è quanto meno (assolutamente, inevitabilmente) sospeso, dopo tanta morte, tanti anni di ricerca è impossibile dimenticare, il cambiamento è irreversibile. La trasformazione è compiuta, ma forse e meglio parlare di evoluzione. E in tutto questo intreccio (e genere) tipicamente maschile, l'inserimento di Marlene Dietrich è esplosivo. In pantaloni è meravigliosa (d'altronde era il suo abito preferito e quelli della Paramount il giorno del suo arrivo a Hollywood nel 1930 se ne accorsero e si arrabbiarono non poco...), quando fa le linguaccie nella bisca ancora di più, una diva irraggiungibile, forte, non solo divoratrice di uomini ma anche caporale! Da accostare con la Crawford in Johnny Guitar, ma di due anni successivo, due corpi 'estranei' capaci di elevare ancora di più delle sceneggiature piene di sfumature e tormenti psicologici immersi in luoghi mitici-feticcio non solo del filone, ma dell'intera arte cinematografica.

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