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The Green Inferno

Regia di Eli Roth vedi scheda film

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La recensione su The Green Inferno

di Houssy
8 stelle

Con il genere non si scherza, non si fanno trucchetti e non si fanno giochetti. L’unico modo per avvicinarsi al genere, quello vero, è usando il rispetto e una buona dose di cauta sacralità. Come al solito Eli Roth divide il film in due parti, la prima è un pretesto narrativo, seppur terribilmente efficace, per arrivare alla seconda, vera boa direttrice della pellicola, votata ad infrangere le certezze e le ipocrisie, lasciando uscire il lato più folle ed anarcoide del soggetto. In modo non troppo diverso dal celeberrimo Hostel, The Green Inferno, mette in scena un manipolo di personaggi piuttosto odiosi ed insignificanti, carne da cannone pronta ad immolarsi sull’altare del genere, intrappolata in una sceneggiatura che li vede in balia di eventi imprevedibili, che loro credevano di poter controllare. The Green Inferno infatti, ad un certo punto, scarta, cambia repentinamente direzione, gettando i nostri “eroi” in un incubo rosso sangue e finalmente il vero genere viene fuori in tutta la sua potenza. Non manca il solito tocco alla Roth, che alterna crudo realismo a un corroborante umorismo grottesco, che ben si inserisce nell’economia di una trama che procede tra accelerazioni frenetiche e pause sospensive. Tra eviscerazioni, mutilazioni e litri di sangue, la politica dell’autore esce in tutta la sua forza dirompente, dichiarando a gran voce l’inutilità della presunzione umana, votata a dover risolvere, a volte mossa da interessi oscuri, problemi che non la devono riguardare. La natura e l’uomo, in questo senso, sembrano essere una distonia senza apparente conciliazione, un incidente evolutivo che perdona solo chi si abbandona inerme alla potenza di una ferina primordialità. L’uomo, la carne, il sangue, l’amore, la natura, la vendetta, la pietà e la musica… emozioni ed attimi, spazzati via dalla potenza vivida del rosso e del verde, colori accecanti di cui questo splendido incubo vive e respira. Quel complesso diamante oscuro e terribile, che porta il titolo di Cannibal Holocaust, é lontano anni luce, ma forse va bene così.

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