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The Green Inferno

Regia di Eli Roth vedi scheda film

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La recensione su The Green Inferno

di AlbertoBellini
7 stelle

 

Justine, giovane studentessa di un college di New York e figlia di un funzionario delle Nazioni Unite, convinta dal discorso di Alejandro, studente carismatico e pericolosamente affascinante, decide di entrare a far parte di un gruppo di attivisti che hanno in progetto di andare nella foresta amazzonica e incatenarsi a degli alberi che stanno per essere abbattuti. Il loro scopo è filmare il tutto e, grazie ai Social Network, mostrare a tutti la distruzione perpetrata dall'uomo. Il progetto ha successo e i ragazzi si apprestano così a tornare a casa. Ma durante il volo di ritorno l'aereo precipita nel bel mezzo della foresta amazzonica. Nel frattempo, la tribù di nativi che erano andati a salvare raggiunge lentamente il luogo dell'incidente e, inaspettatamente, li prende in ostaggio. Oscure usanze primitive dominano ancora la giungla amazzonica: atti barbarici, cannibalismo e altri rituali che distruggono la mente, il corpo e l'anima.

 

 

A distanza di sei anni tornano (finalmente) al cinema Eli Roth, in vesti da regista, e la sua "mente contorta"; La maggior parte del pubblico lo ricorderà sicuramente per aver interpretato l'Orso Ebreo in "Inglourious Basterds", diretto dall'amico Quentin Tarantino. Inutile dirlo, il talento registico e artistico del creatore di "Hostel" non è lontanamente paragonabile a quello del maestro citato poco fa, ma (che piaccia o che non piaccia) nascondere il fatto che Eli Roth sia uno dei registi horror (attivi) più interessanti degli ultimi anni è a parer mio un errore, specialmente in un panorama di crisi cinematografica come questo. Da sempre amante del cinema europeo, la nuova opera di Roth, "The Green Inferno", nasce per omaggiare quest'ultimo, in particolare i cannibal-movie e il loro caposaldo: "Cannibal Holocaust", di Ruggero Deodato. Di fatti, i riferimenti a quest'ultima pellicola citata non sono pochi, lo stesso titolo "The Green Inferno" riporta al documentario presente nel cannibal-movie di Deodato. Molti degli elementi presenti in "The Green Inferno" sono (volutamente) "trash", come il gruppo di "poveri sventurati", caratterizzati con una stereotipicità al limite del banale, e gli effetti speciali, talvolta all'altezza di un film di "serie B". Sparsi per la pellicola sono presenti, inoltre, una serie di battute, dialoghi e "azioni" al limite del demenziale (anch'essi voluti) che cercano di "alleviare" la tensione del tutto. Grande pecca di "The Green Inferno" è il cast, composto da attori mediocri quali Lorenza Izzo (Justine), Ariel Levy (Alejandro), Aaron Burns (Jonah), Sky Ferreira (Kaycee), Nicolás Martínez (Daniel), Kirby Bliss Blanton (Amy), Matías López (Carlos) e Magda Apanowicz (Samantha), che uniti al pessimo doppiaggio italiano, danno vita ad una serie di interpretazioni che lasciano decisamente a desiderare. Buona la colonna sonora composta da Manuel Riveiro, anche se le musiche (totalmente fuori dal contesto horror) presenti in "Cannibal Holocaust" restano imbattute.
"The Green Inferno" segna cosi un gran ritorno per Eli Roth alla macchina da presa. Per chi, (non) come me, l'horror se lo mastica a colazione, più che spaventarvi psicologicamente o "schifarvi" per la violenza fisica, "The Green Inferno" vi divertirà proprio grazie a quest'ultima e agli elementi tipici del tanto amato (e odiato) cinema "trash".

 

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