Regia di Tsai Ming-liang vedi scheda film
E' difficile trovare una definizione per un film cosi' personale,nel modo di comporre l'immagine,nel linguaggio verbale quasi assente,nella silente composizione dell'inquadratura.
"Stray dogs" fa parte d'una categoria filmica ristretta,molto artistica,dotata di senso estetico che le dona un fascino immutabile.
Tsai Ming Liang cosi come Kim-ki-Duk ha il coraggio di dire "IO",di essere se stesso,come autore e compositore d'un quadro di pura contemplazione.
Kim Ki Duk aggredisce pero' lo spettatore,avvinghia la sua immagine forte e cruda contro di noi,ci "costringe" quasi a non restare indifferenti dinanzi ad una sua opera.
Ming Liang offre invece un lessico contemporaneo lento,d'una palpabile noia,i sentimenti e il quotidiano d'una disgregata famiglia taiwanese come emblema d'un mondo ormai abbandonato in se stesso.
Rimangono cumuli e macerie,appartamenti "sofferenti",lascivi e anneriti dai dolori del tempo.
Bellissima la frase che la donna riferisce alla bambina:"Anche le case soffrono,hanno un animo",è come un voler addomesticare il tempo,rendendo partecipe lo spettatore all'insostenibilita' d'un ritmo angosciante,chiaro simbolismo dell'incomunicabilita' odierna.
Il trio famigliare di padre,figlio e figlia si presenta a noi come uno spicchio di mondo depredato dell'identita',dove la furia cieca e distruttiva dell'uomo si scaraventa contro un cavolo nero.
Tuttavia nel dolore dell'abbandono e nella forma umana "automica",giunge uno spiraglio di luce nella figura di una donna.
Ma è tutto parte di una fugace "apparizione",come un sentimento matriarcale mai profuso,occasionale,denso di silenzio e freddezza materiale.
E' bellissimo l'uso della telecamera fissa,che cristalizza il tempo,ci porta alla "visita" dell'immagine,come trovarsi a contemplare un dipinto.
La regia di Ming Liang costruisce un "piano temporale" infinito,dove la fissita' e il silenzio annunciano lo strazio dell'animo.Gli appartamenti poi sono il guscio delle anime,raffredate dal tempo,i muri cosi' come le persone,accolgono i dolori e le sofferenze.
Emblematici i passaggi in disumani centri commerciali,nell'accattonaggio dettato dalla pura soppravvivenza e l'addentare il cibo del padre,quasi come uno scarico di frustrazioni ormai consolidate.Ming Liang utilizza una splendida fotografia,è un maestro delle visioni,nel donare un dipinto sbiadito eppure lucente.
Resta un murales,coi "cani randagi" che "accatonano" il cibo,esseri davvero viventi in un mondo fatto di automi che stentano a vivere.......
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