Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Barry Levinson allestisce un film da 4 premi Oscar grazie ad un Dustin Hoffman supremo ed una serie di attori di contorno, in primis un acerbo Tom Cruise, oltre che per un’ottima sceneggiatura. Particolarmente interessanti le caratterizzazioni dei personaggi: Hoffman interpreta Raymond, un uomo autistico che incontra il fratello (Cruise), interessato più al patrimonio che il padre ha lasciato a Raymond che al fratello stesso. Con Charlie la fedele Susanna (Valeria Golino), cuscinetto necessario tra il cinico fidanzato e l’ingenuo cognato.
Commedia/dramma incentrato sul valore dei sentimenti, grande metafora manichea tra chi, come Ray, vive nell’ingenua sincerità quotidiana (per malattia, ovviamente), e chi come Charlie, nonostante il DNA, abbia propensioni completamente opposte: arrivista, cinico, sfacciato.
Il finale è scontato, ma commovente e eticamente giusto. Sceneggiatura non originale e interpretazione di Hoffman giustamente da Oscar (gli altri due sono regia di Levinson e miglior film dell’anno), ma anche le musiche sarebbero state meritevoli. Insopportabile la voce della Golino: anche provando a seguire il film in lingua originale non se ne ricava nulla: anche in inglese è la Golino a doppiarsi. Film giustamente leggendario.
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