Regia di Mikkel Nørgaard vedi scheda film
Primo film tratto dai romanzi del danese Jussi Olsen ( sono sei per ora, questo si basa sul primo, " La donna in gabbia") "87 minuti per non morire ", è la genesi del burbero ispettore di polizia Carl Morck, a capo della sezione Q, sezione che indaga sui casi irrisolti. La squadra si compone al momento di due soli poliziotti. Oltre a Morck, c'è Assad , siriano, unico amico dell'ispettore, la sola persona che sia in grado di sopportare il suo caratteraccio ed i suoi modi a volte incomprensibili.
I due riaprono il vecchio caso di Merete Lingaard, archiviato malamente come suicidio. Secondo la versione ufficiale la donna si sarebbe buttata in mare da un traghetto, ma la testimonianza del fratello disabile apre una voragine nelle indagini condotte all'epoca, svelando una nuova inquietante pista.
Il danese Norgaard, (che dirigerà anche il secondo film tratto dai romanzi ), non è dotato di chissà quale piglio tecnico , e più o meno scolasticamente porta a casa la pagnotta. Il film sconta un impianto televisivo, tuttavia la sceneggiatura non originale tiene le fila della narrazione, e la fredda ed algida Scandinavia è uno scenario che si sposa bene con il giallo. L'ispettore Morck (interpretato ottimamente da Nikolaj lie Kaas ) è disilluso e solitario, porta dentro se i segni di un tragedia avvenuta in servizio che giustifica ogni suo eccesso morale, motivandolo quasi come per necessità a seguire le tracce della sofferenza, disseminate qua e là dalla giovane vittima.
Buona anche l'alchimia fra i due protagonisti.
Un discreto esempio di thriller nordico lontano dalle confezioni patinate che si vedono in giro, seppur in qualche frangente prevedibile.
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