Regia di Peter Landesman vedi scheda film
Un altro film sull'assassinio di Kennedy? Sì grazie!
Ancora la maledetta Dallas, ancora il 22 Novembre del 63, ancora JFK. E sì perchè non basta mai, gli USA in un momento drammatico e nero della loro storia e della Storia mondiale si rivelano smarriti, impauriti, sconvolti in questo ritaglio corale ristrettamente locale, di un dramma globale. No al complotto come centro e start del testo ma anzi un'istantanea di un tempo cancellato, divorato dagli eventi che cambierà la vita e la concezione civile di una nazione, un presente shock divoratore di speranza per il futuro. Il ritmo sostiene questa pressione psicologica omnipresente sui personaggi sia sul versante delle azioni che del tessuto dei legami che costituiscono l'ossatura di una società: dottori, impiegati, testimoni casuali, parenti del presunto killer, agenti segreti, poliziotti, giornalisti. Un gioco contro il tempo e un pessimismo inevitabile per un film da vedere per la visione alternativa a quella risaputa degli eventi noti, ma sopratutto per quel climax sospeso, sofferto, ostile. Perchè la frase centrale di Parkland riferita alla città di Dallas, è simbolicamente questa:
- Che posto di merda per morire...
Alla faccia...
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