Regia di Roman Polanski vedi scheda film
In una sera di pioggia, in un piccolo teatro parigino, si svolgono le audizioni per un adattamento di Venere in pelliccia di Sacher-Masoch. Una ragazzotta ruspante e volgarissima si presenta in ritardo, ma dopo aver convinto il regista a provinarla si dimostra sorprendentemente capace: interloquisce, improvvisa, distribuisce suggerimenti e critiche con sempre maggiore autorevolezza, finché i ruoli si invertono. Polanski orchestra uno dei suoi celebrati drammi da camera, questa volta lasciando in scena due soli attori: la moglie Emmanuelle Seigner (altrove abituata a fare la bella statuina, qui più brava di quanto si sia disposti ad ammettere; ma parte del merito andrà alla doppiatrice Emanuela Rossi) e un Mathieu Amalric che, più che un alter ego, è una sua controfigura. Un film ironicamente, spudoratamente autobiografico, dove il vertiginoso gioco delle immedesimazioni fa saltare i confini fra personaggi e interpreti (per es. al protagonista viene attribuita una dichiarazione giovanile come “Il teatro è il modo migliore per portarsi a letto le ragazze”). Delude solo il finale, francamente eccessivo e comunque un po’ pasticciato.
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