Regia di Roman Polanski vedi scheda film
A forza di provare un dramma teatrale, attrice e autore si immedesimano nei personaggi.
Devo proprio premettere a questa mia recensione, che questo non è il Polanski che mi piace. A me piace quello dei complotti, dei misteri impenetrabili, degli incubi., del protagonista da solo in un mondo infido e ostile. Il regista vuole però ogni tanto dedicarsi ad un Kammerspiel, dove, per quanto mi riguarda, esce dal suo seminato, e la pellicola rimane priva di fascino ed originalità. Si vede la mano di un bravo regista, ma le atmosfere e le situazioni che me lo hanno fatto amare qui mancano del tutto.
La trama di questo film vede, in poche parole, una donna scaltra e furba mettere sotto i piedi un uomo di cui ha saputo fiutare i lati deboli. E questo nonostante lei sia un'attrice in lizza per una parte, e lui l'autore del testo e il selezionatore delle aspiranti.
Quanto agli attori, è evidente come la Seigner si impegni e sia adatta per il ruolo di donna dominatrice. In tutta la prima parte, però, è troppo truccata: con tutto quell'ombretto attorno agli occhi perde la bellezza, e anzi sarebbe più ad un film horror. Mathieu Amalric dal canto suo, se la cava bene, e non è azzardato dire che sia l'alter ego di Polanski stesso.
Quanto alla tematica, devo rilevare che la donna che scalza l'uomo dal suo piedistallo e ne diventa la padrona è troppo di moda oggi per apparire sincera ed interessante. E poi, a chi è simpatico il personaggio della Seigner? A me certamente no.
Buona regia, bravi attori, fotografia di pregio, ma ridatemi per cortesia “L'uomo nell'ombra”, “Frantic”, “Rosemary's baby” e qualche altro.
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