Regia di David Michôd vedi scheda film
Opera seconda del regista australiano David Michòd dopo l'esordio con Animal Kingdom nel 2010, The Rover è un racconto western post-apocalittico sporco e crepuscolare, che richiama alla mente molti elementi della saga di Mad Max del connazionale George Miller, ma con un film più piccolo e difficile, complesso ma anche dalla fortissima personalità.
The Rover racconta di un mondo alla deriva popolato da balordi e vagabondi senza uno scopo, causa una crisi economica mondiale, vittime e allo stesso tempo carnefici di una società in bancarotta che non lascia scampo ai più deboli o a qualsiasi genere di morale (o anche legame familiare) e dove l'unica legge è uccidere o essere uccisi senza alcun rimorso o ripensamento, pena la propria sopravvivenza.
In questo senso l'outback australiano e assolutamente perfetto per fare da sfondo ad una tale vicenda di estrema disperazione e poco importa, al fine della storia, la scarsità di informazioni sulle cause del collasso economico o sullo stato attuale della società.
Michòd è un regista che non ha paura di prendersi dei rischi, adotta un ritmo lento e compassato, quasi ipnotico rotto solo da improvvise accelerazioni di violenza nuda e cruda, mentre al contempo lavora molto di sottrazione, limitando al minimo i dialoghi o riducendo la componenente narrativa, quasi accantonata a favore di una storia semplicistica ed estremamente lineare.
Ma un film del genere non potrebbe funzionare senza il fondamentale apporto dei suoi due protagonisti, in questo caso un sorprendente Robert Pattinson, bravissimo e sempre più in crescita come attore, ma soprattutto di uno spettacolare Guy Pearce, un attore secondo me fin troppo sottovalutato, autore di una prova maiuscola e capace di mostrare disperazione e rabbia in ogni singolo sguardo o gesto, pronto ad esplodere in qualsiasi momento.
VOTO: 7,5
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