Regia di David Michôd vedi scheda film
Michod, australiano, classe 1972, è una delle promesse del nuovo cinema di quel continente. Nel 2010 ha esordito alla grande con lo splendido "Animal Kingdom", un gangster movie coi controfiocchi, finito dritto fra i migliori film australiani di sempre. Quindi ero molto curioso di vedere la sua seconda opera, questo "The Rover", il vagabondo, uscito quest'anno, a novembre da noi. Il risultato è inferiore all'esordio, ma non di molto. "The Rover" è un road movie, ambientato in un futuro vicino, in cui la società australiana è collassata per non si sa quale motivo. Ora vige e comanda solo la violenza, ogni persona è armata, si spara e si uccide, come fosse la moneta con cui si paga, lungo le strade polverose dell'immenso deserto australe. La gente è crocifissa ai bordi delle strade e il rimando più evidente di tutto questo è sicuramente alla letteratura di Cormac McCarthy. Il film di Michod, durissimo come il primo John Hillcoat, è un western moderno, un "The Proposition" su quattro ruote, scuro, sporco, cattivo. Una storia, ancora, di fratelli, di legami spezzati. C'è un sorprendente Robert Pattinson, che da vampiro adolescenziale è attore ormai fatto e finito, finalmente con la faccetta sporca e sudata, nei panni di un personaggio schizoide e riuscito, accoppiato a un ottimo Guy Pearce, faccia western, granitico e implacabile. Michod ha fatto tutto da sè e il film gli è riuscito bene, molto bene, ma se bisogna trovare una pecca, la sua sceneggiatura è un po' limitata, fin troppo spoglia. Questo regista è una garanzia, se non finirà in America, come Hillcoat, è destinato a grandi cose. Gran bel film.
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