Regia di Hélène Cattet, Bruno Forzani vedi scheda film
FESTIVAL DI LOCARNO - CONCORSO INTERNAZIONALE
Il Concorso si tinge di giallo, ma non (solo) quello del manto dorato del leopardo sinuoso che campeggia ovunque in tutte le vetrine ed angoli della splendida cittadina del Canton Ticino. Il giallo è pure quello del mistero, relativo alla scomparsa di una donna. A rendersi conto della sparizione è il marito, uomo d'affari di una compagnia telefonica che nel far ritorno a casa - un fastoso appartamento barocco-belle epoque di gran lusso ma anche inquietante - trova la porta di casa bloccata con la catenella di protezione dall'interno, cosa piuttosto insolita visto che l'abitazione risulta deserta e senza segni di effrazione. Infatti della moglie nessuna traccia.
L'uomo preoccupato avverte la polizia e per questo viene contattato da un investigatore che nasconde pure lui misteri e angoli bui e sembra sempre sappia fin troppo sui misteri che regnano nel lussuoso micro-universo di quel palazzo kitch e insidioso.
Regia di grande effetto, sinuosa e con tagli elaborati e effetti sonori potenti: un insieme cromatico a tratti irresistibile che indubbiamente attira e quasi avvince nella prima mezz'ora, almeno fino a quando anche lo spettatore più ben disposto si accorge che il duo registico coinvolto ad un certo punto non fa altro che prendere tempo per una soluzione alla quale col passare del tempo a nessuno importa più veramente.
E tra teste mozzate. coltelli affilati e rossi vermigli di tessuti e vestiti di donne misteriose, vecchie seminascoste da un'oscurità calcolatissima e un palazzo che vive dei propri segreti e fantasmi, il film si sbriciola in puro autocompiacimento svilendosi definitivamente nel suo epilogo inconcludente. D'altronde se non si è dei Greenaway non ci si puo' servire totalmente delle proprie ossessioni per dar ragione ad una trama che svela presto il suo giochino inconcludente e forse anche puerile.
Peccato perché certe atmosfere folli e pregne ricordano le ambientazioni kitch dell'Argento folle e spregiudicato (ma ancora accettabilissimo ed anzi da fare nostagia) di Inferno.
Tuttavia l'abilità nella direzione e nella soluzione di ripresa ci consente di poter pensare che la coppia di registi, coadiuvata da una sceneggiatura più compiuta e meno manierata, possa raggiungere risultati decisamente più apprezzabili o completi di questo thriller zoppicante e furbetto.
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