Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Va apprezzata la volontà di Virzì di fare un passo avanti (o comunque altrove) rispetto al suo stesso cinema, intersecando in questo Il capitale umano segmenti di poliziesco, di commedia di costume, di thriller con perfino qualche velleità di denuncia sociale; va riconosciuta la volontà di uscire dai propri canoni, ma vanno fatte anche alcune puntualizzazioni importanti sul lavoro. Scritto con Francesco Bruni e Francesco Piccolo, partendo dal romanzo omonimo di Stephen Amidon, il film soffre innanzitutto di un'evidente disparità quanti-qualitativa nel flusso narrativo: più schematico, sostanzialmente ordinato (se non addirittura piatto) e leggero nella prima, più lunga, parte e più contorto e cupo, ma anche maggiormente interessante e fitto di avvenimenti nella seconda, diciamo nella mezzora finale. Come 'giallo' è costruito ad arte: un'apertura apparentemente ininfluente si rivela essere poi il fulcro dell'intero lavoro, la tensione monta pianissimo e ha il suo apice nella serrata conclusione; da questo punto di vista la pellicola può certamente dirsi riuscita. Anche la caratterizzazione brianzola che ha destato polemiche è un'idea da approvare; se si può parlare di sud e criminalità organizzata, allora si deve parlare anche di nord e industrialotti cinici, altrettanto pericolosi come delinquenti. Ciò che invece non funziona, oltre al citato 'strabismo narrativo', è da ritrovare essenzialmente in una buona metà delle scelte di casting: gli esordienti Matilde Gioli e Guglielmo Pinelli sono impacciati, il pur bravo Bebo Storti non ha alcuna credibilità come spietato ispettore e, amarus in fundo, Valeria Bruni Tedeschi è Valeria Bruni Tedeschi (inutile infierire). Lo Cascio in un ruolo minore, Bentivoglio, la Golino (un po' defilata anche lei) e Gifuni sono invece perfettamente al loro posto. Musiche davvero brutte del fratello del regista. 5/10.
Un suv investe un ciclista nella gelida notte brianzola e scappa. Chi c'era al volante? La polizia indaga partendo dal proprietario dell'auto, un industrialotto locale il cui figlio quella notte è tornato a casa ubriaco e senza alcun ricordo della serata.
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