Regia di Woody Allen vedi scheda film
Che bello ritrovare Allen in piena forma anche nella sua fase matura, e subito dopo un film poco riuscito come "To Rome with love". "Blue Jasmine" è opera di spicco per svariati motivi, soprattutto per un ritratto femminile fra i migliori della lunga galleria alleniana, con una Cate Blanchett di straordinaria sensibilità interpretativa, meritatamente premiata con l'Oscar. Il film è una sorta di versione aggiornata di "Un tram che si chiama desiderio", anche se credo che lo spettatore che non conosce l'opera di Williams perderà completamente il riferimento narrativo, comunque abbastanza esplicito nelle dinamiche della trama, anche se il personaggio fondamentale di Stanley Kowalski qui viene sdoppiato nei diversi uomini che ruotano intorno alla sorella Ginger. E' un film molto più compatto rispetto alle opere recenti dell'autore, un mix di dramma e commedia che in genere trova i toni giusti per descrivere i personaggi malinconici e abbattuti dalle difficoltà della vita. Colpisce la frequenza dei flashback, tanto che occupano quasi una metà della narrazione, ma è sempre molto chiara l'alternanza dei piani temporali, senza dare adito alla confusione. La parte finale è molto amara, con un ribaltamento di prospettiva che fa pensare agli intrecci del destino di Kieslowski; oltre alla citata Blanchett, che supera se stessa in molte scene senza mai andare sopra le righe, sono da segnalare una buona prova di Sally Hawkins nella parte della svalvolata sorella e un Alec Baldwin molto duttile nella parte del marito canaglia, oltre ad un buon contorno di caratteristi. In definitiva, non mi colpisce come un'opera di particolare originalità perché molti dei motivi sono già stati ampiamente sfruttati da Allen, ma comunque un bel film, sincero e dai personaggi finemente analizzati.
voto 8/10
Blue Jasmine (2013): Cate Blanchett
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